Sentiamo spesso dire che, a causa della crisi economica, i giovani non riescono più a trovare un'occupazione, tanto che negli ultimi anni la disoccupazione giovanile ha toccato punte record intorno al 40%. Anche se nei mesi precedenti si è registrato un recupero. A volte però il problema può essere inverso: ci sono anche aziende che non riescono a trovare dipendenti. L'ultimo caso riguarda un'impresa specializzata nelle lavorazioni meccaniche di Treviso che rischia la chiusura perché il titolare cerca da mesi attrezzisti, tecnici e operai specializzati.
"Se non troviamo addetti giovani e preparati, ve lo dico io come va a finire: che qui chiudiamo tutti - ha detto alla Tribuna di Treviso Angelo Zanon, titolare delle Minuterie Zanon di Tezze di Piave - Tanti possibili candidati mi dicono che in fabbrica non avrebbero 'vita sociale' e cercano lavori più comodi, in ufficio o nei servizi. Il nostro però è un territorio ad alta vocazione manifatturiera. Il rischio è la morte di un intero tessuto produttivo: con la scomparsa di un certo tipo di manodopera abbiamo perso anche tanta qualità nelle lavorazioni".
Zanon considera la sua officina "un esempio dell’impresa artigianale che ha fatto crescere questo territorio e lo ha arricchito". Ora però l'attività rischia la chiusura. Attorno a lui, in effetti, hanno abbassato le serrande in molti. Secondo i dati della Camera di Commercio, al 31 marzo 2018 nella Marca Trevigiana si contano 22.915 imprese artigiane, 130 in meno rispetto all'anno precedente. Secondo il titolare dell'azienda di Treviso la causa principiale sta proprio nella difficoltà a trovare personale preparato.
E per chi potrebbe accusarlo di non trovare operai perché li paga poco, Zanon ha già la risposta pronta: "Noi attingiamo alle agenzie interinali, quindi i compensi sono quelli del settore e pure loro mi dicono che si fa fatica a reperire certi profili".
Secondo il presidente di Confartigianato Treviso, Vendemiano Sartor, il problema principale sta nella formazione tra i banchi di scuola. "Il rischio in questo momento storico è di perdere un’intera filiera, perché se chiudono i produttori di piccoli componenti o le officine che effettuano lavorazioni particolari entra in crisi anche il grande nome. Sono tanti i settori che non trovano addetti: succede anche nella nuova impiantistica, in cui serve personale specializzato, nell’idraulica, nel campo del recupero energetico, nella domotica. Le scuole professionali sono state dequalificate perché considerate di Serie B. Ripartiamo da questo aspetto culturale", ha detto il presidente.