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Caso Moro, Mattarella: "Da alcune Brigate Rosse dichiarazioni irrispettose"

A 40 anni anni della morte dello statista democristiano, il presidente della Repubblica lo commemora durante la giornata in memoria delle vittime del terrorismo

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Le responsabilità morali e storiche "non si cancellano insieme a quelle penali", e ciò "impone un senso di ritegno indispensabile". A dirlo, parlando delle dichiarazioni di alcune Brigate Rosse sull'omicidio di Aldo Moro, è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale spiega che "ci sono stati casi in cui questa misura è stata superata, con dichiarazioni irrispettose e, talvolta, arroganti".

"Aldo Moro aveva una straordinaria sensibilità per ciò che si muoveva all'interno della società. Per le nuove domande, per le speranze dei giovani, per i bisogni inediti che la modernità metteva in luce. Non gli sfuggiva la pericolosità di tanto 'imbarbarimento', è una su espressione, della vita politica e civile. Oggi a 40 anni dalla quella tragedia sentiamo il bisogno di liberare il pensiero e l'esperienza politica di Aldo Moro da quella prigione in cui gli aguzzini hanno spento la sua vita e pretendevano di rinchiuderne il ricordo. Il rapimento di Moro, lo spietato sterminio degli uomini che lo scortavano, il sequestro a cui è stato sottoposto per cinquantaquattro giorni rappresentano indubbiamente il punto più emblematico di quell'attacco allo Stato che mirava a travolgere l'ordine costituzionale", ha affermato Mattarella.

"Il nostro Paese è stato insanguinato, dalla fine degli anni Sessanta, da aggressioni terroristiche di differente matrice - ha detto il capo dello Stato in un altro passaggio del suo discorso -, da strategie eversive messe in atto, talvolta, con la complicità di soggetti che tradivano il loro ruolo di appartenenti ad apparati dello Stato, da una violenza politica che traeva spinta da degenerazioni ideologiche, persino da contiguità e intrecci tra organizzazioni criminali e bande armate".

"Non tutti, anche nelle élite del Paese compresero il pericolo e qualcuno evocò inverosimili neutralità tra lo Stato democratico e i terroristi", ha poi ricordato il presidente della Repubblica celebrando al Quirinale il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo, data in cui ricorre non a caso il giorno dell'omicidio di Aldo Moro, "una scelta carica di significato" perché quel rapimento e "lo spietato sterminio degli uomini che lo scortavano, rappresentanto indubbiamente il punto più emblematico di quell'attacco allo Stato che mirava a travolgere l'ordine costituzionale".

La cerimonia si è conclusa con l'intervento del presidente della Repubblica. Erano presenti, con i familiari e i rappresentanti delle Associazioni delle vittime del terrorismo, il presidente del Senato della Repubblica, Elisabetta Maria Alberti Casellati, il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, rappresentanti del governo e del Parlamento e autorità civili e militari. In precedenza il presidente Mattarella ha deposto una corona di fiori in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda l'on Aldo Moro e contemporaneamente il consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali si è recato a Torrita Tiberina per deporre un cuscino di fiori sulla lapide dove è sepolto Aldo Moro.

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