L'ANNUNCIO DI GINA HASPEL

Usa, la Cia: "Non riprenderemo gli interrogatori violenti"

Il riferimento è al programma utilizzato in seguito all'attentato dell'11 settembre. La Haspel nel 2002 ha guidato una prigione segreta in cui i sospetti membri di Al Qaeda furono torturati

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Il capo della Cia, Gina Haspel, si impegna a far sì che l'agenzia non riprenda il programma di interrogatori violenti come quello controverso effettuato dopo l'11 settembre. E' quanto emerge dal discorso che la funzionaria terrà alla Commissione di intelligence del Senato per l'audizione di conferma. Haspel nel 2002 ha guidato una prigione segreta in cui i sospetti membri di Al Qaeda furono interrogati con metodi non autorizzati, come il waterboarding.

"Sono consapevole che in molti vogliono sapere il mio punto di vista sull'ex programma di detenzione e di interrogatori della Cia. Voglio essere chiara: avendo servito il Paese in un periodo tumultuoso, posso offrirvi il mio impegno personale e senza riserve che sotto la mia leadership la Cia non riprenderà tale programma di detenzione e interrogatori", ha affermato la Haspel.

"Credo fermamente nell'importanza della supervisione" ha proseguito il capo della Cia, garantendo la disponibilità a lavorare a fianco del Congresso americano. "L'esperienza ci ha insegnato che la Cia non può essere efficace se non gode della fiducia della gente. Se non possiamo condividere aspetti segreti del nostro lavoro con il pubblico, dovremmo invece condividerli con i politici eletti. Per l'agenzia la supervisione è un legame vitale con la società che difendiamo".

Come donna, ha sottolineato, "ho fatto la mia parte, silenziosamente e attraverso il duro lavoro. Sono orgogliosa di essere la prima donna a diventare numero due del Servizio Clandestino. Non voglio strombazzare il fatto che sono una donna qualificata per guidare la Cia, ma sarei negligente nel non rimarcarlo".

Intanto, secondo il New York Times, Khalid Shaikh Mohammed, la mente degli attacchi dell'11 settembre, ha proposto di offrire informazioni su Gina Haspel. L'uomo ha infatti chiesto al giudice militare di Guantanamo di poter condividere "sei paragrafi" di informazioni con la commissione di intelligence del Senato, davanti alla quale Haspel comparirà mercoledì.