Mattarella: "Non c'è maggioranza politica, via a governo neutrale" | Salvini e Di Maio dicono no: voto subito
Si è concluso il terzo e ultimo giro di consultazioni al Quirinale. Il presidente chiede un governo non politico fino a dicembre per licenziare la legge di Bilancio
Si è concluso il terzo e ultimo giro di consultazioni al Quirinale. Il presidente Mattarella ha rilevato che non c'è una maggioranza politica e per questo auspica la nascita di un governo neutrale che possa operare fino a dicembre, il tempo necessario per mettere a punto Def e Manovra e impedire l'aumento dell'Iva. Ma allo stesso tempo lascia ai partiti la decesione finale: o voto a luglio o governo fino a dicembre. Coro di no da Lega, FdI e M5s.
Mattarella prova la carta del "governo neutrale" - Un governo "neutrale, di servizio, di garanzia" ma nella pienezza dei poteri: sono questi i termini che il presidente della Repubblica ha scelto per descrivere la natura dell'esecutivo a cui è pronto a dar vita nell'estremo tentativo di evitare nuove elezioni.
Il Capo dello Stato si è rivolto direttamente ai partiti, visibilmente contrariato, constatandone la persistente incapacità di siglare intese dopo il voto del 4 marzo e mettendo però in evidenza anomalie e rischi di urne in "estate piena" o peggio ancora in autunno, con la legge di Bilancio da approvare, l'aumento dell'Iva da disinnescare e i mercati finanziari da tenere a bada.
Il secco "no" del M5s - Se dal Pd il sostegno al Colle è stato pieno, Lega e M5s poco dopo il discorso del presidente hanno fatto sapere di non essere disponibili a offrire i propri voti a un esecutivo di tregua. Luigi Di Maio, il capo politico dei pentastellati salito al Colle per primo in questa lunga giornata, ha ribadito le posizioni del Movimento: sì al dialogo con Matteo Salvini, contemplando anche un passo indietro sulla leadership, no a Forza Italia. In alternativa, si voti a luglio, hanno continuato a ribadire i 5S anche a sera, sancendo la chiusura a qualsiasi opzione di salvataggio della Legislatura.
Salvini: "Alle urne il prima possibile" - Stessa linea dal leader del Carroccio, che insiste nel sostenere un governo di centrodestra o il ritorno alle urne "il prima possibile". Centrodestra che dopo 60 giorni di trattative e "forni" è arrivato sfibrato dai sospetti reciproci e dai litigi sempre più manifesti: "Contiamo che Berlusconi - ha detto infatti sempre Salvini - mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l'Italia da soli".
Forza Italia fedele agli alleati ma contro il voto in estate - Forza Italia, come anche Berlusconi ha mostrato al termine delle consultazioni con un atteggiamento compito ma imbronciato nei confronti dei compagni di coalizione, si trova in difficoltà e pur assicurando di cercare la condivisione ha preso ufficialmente posizione contro un ritorno alle urne in estate.
I rischi del voto in autunno - Elezioni bis a giugno sono comunque escluse, ha chiarito il Colle, e dunque chi vuole accelerare punta sull'inedito scenario di chiamare i cittadini a un nuovo voto il mese successivo. Calendario alla mano la data più probabile, osservano fonti parlamentari, non sarebbe neanche la domenica 8, come invocato da Lega e 5S al termine di un vertice tra i leader alla Camera, bensì quella addirittura del 22 luglio con una campagna elettorale dunque da fare sotto gli ombrelloni. L'alternativa d'altro canto forse è anche peggiore: nuove elezioni in autunno portano con sé il rischio dell'esercizio provvisorio e di esporre il Paese alla speculazione finanziaria.
Il "progetto" di Mattarella - Due scenari che Mattarella non nasconde di voler scongiurare ed è per questo che si è assunto la responsabilità di proporre un governo che possa traghettare il Paese in questa difficile fase senza rinunciare all'idea che, settimana dopo settimana, possa maturare in Parlamento quell'intesa che finora non si è creata fra le forze politiche. A quel punto, la squadra di governo formata su input del Colle andrebbe a casa e nascerebbe un nuovo governo politico. Altrimenti, ci sarebbero comunque le urne ma nel 2019.
Solo il Pd appoggia Mattarella - Tra i big, gli unici a essere apertamente a favore di questo progetto sono i dirigenti Dem: l'appoggio al capo dello Stato nel tentativo di dare intanto un esecutivo nella pienezza dei propri poteri al Paese, dunque in grado di assolvere i compiti delicati anche a livello internazionale, viene infatti sostenuto un po' da tutte le correnti, Renzi compreso.
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