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Lodi: "pazienti islamiche curate solo da donne", ma l'Ospedale Maggiore smentisce

I vertici dell'istituto negano l'esistenza del protocollo annunciato dal primario del reparto di Chirurgia plastica, secondo cui sarebbe vietato anche l'utilizzo di membrane di origine suina in corsia

ansa

Garantire l'assistenza sanitaria da parte di sole donne alle pazienti di fede islamica: l'Ospedale Maggiore di Lodi è finito al centro delle polemiche per un protocollo redatto dal primario del reparto di Chirurgia plastica, Daniele Blandini, e approvato anche dalla Comunità musulmana locale. La direzione generale dell'istituto ha però smentito l'esistenza di tali norme, che vieterebbero anche l'utilizzo di membrane di origine suina in corsia.

I vertici dell'ospedale hanno smentito "categoricamente che ci siano in essere protocolli aziendali che distinguano i trattamenti a secondo dell'appartenenza a un'etnia, una cultura o un credo religioso. Al contrario è diffuso e condiviso il rispetto del singolo, da cui scaturisce un'attenzione nell'adottare opportuni accorgimenti, ove possibile, nei percorsi di diagnosi e cura dei nostri pazienti".

Nonostante la precisazione, non si placano però le polemiche politiche. "La direzione generale dell'azienda ospedaliera deve rendersi conto di essere a Lodi e non in un Paese islamico", ha commentato Claudio Bariselli, segretario provinciale della Lega a Lodi. "Si devono risolvere i disservizi dell'ospedale di Lodi e di quelli della Provincia. Nessuno deve pensare alle finte necessità della comunità musulmana che, ricordo, è ospite e in quanto tale deve adeguarsi ai nostri usi e alle nostre conquiste democratiche che comprendono l'emancipazione femminile. Consiglio al direttore generale di rivedere la propria posizione".

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