Niente shorts a scuola, con la bella stagione arrivano i divieti
Partono le circolari sul dress code da tenere in classe, per evitare che gli studenti si lascino andare ad abbigliamento “da spiaggia”. L’ultimo caso a Milano.
Siamo arrivati all'ultimo mese di scuola. Le temperature più alte, le giornate più lunghe, e gli studenti pensano alle vacanze e al mare. Complice, dunque, il clima più mite, ecco il ritorno di jeans strappati, pantaloncini, canottiere e infradito tra i ragazzi. Se per molti docenti e presidi l’abbigliamento degli alunni non è poi così importante, per altri invece diventa invece un elemento decisivo, anche per l’educazione. In un istituto di Milano, il dirigente scolastico ha inviato una circolare alle famiglie ricordando che le alunne e gli alunni devono evitare di andare in classe con pantaloncini, canottiere, bermuda e ogni altro capo di abbigliamento inadeguato al contesto scolastico. L'ennesimo dress code deciso da un dirigente scolastico. Non è né il primo né l'ultimo caso, come riporta Skuola.net.
I divieti della bella stagione
La vicenda di Milano non è ovviamente un caso isolato: ricordiamo che anche a
Rimini, dallo scorso settembre, la preside di un istituto tecnico ha intrapreso una battaglia contro pantaloni corti, jeans con i buchi e magliette stracciate, canotte, cappellini e berrette, ciabatte e infradito.
A San Marino, invece, esiste già da anni un regolamento che richiama gli studenti delle superiori ad un abbigliamento decoroso e consono all'ambiente scolastico.
Non può non essere ricordato il dress code di un famoso liceo di Roma e la corrispondente circolare, risalente al maggio 2015, che spiegava come "a scuola una minigonna non è elegante. In discoteca, magari, sì”. Anche in questo caso un vespaio di reazioni contrastati.
Vicenda simile a
Schio dove - a fine dello scorso anno - un altro agguerrito dirigente ha diramato una circolare per richiamare ragazze e ragazzi a un certo decoro nell'abbigliamento durante le lezioni. In questo caso, alcuni studenti dell'istituto si sono persino appellati al diritto alla salute (essere troppo coperti quando fa molto caldo può creare problemi fisici...) e alla
Dichiarazione universale dei diritti umani (la famosa libertà dei costumi).
La situazione non cambia nemmeno all'università. Anzi. Ad esempio chi frequenta Economia aziendale e in particolare il corso di Microeconomia C presso l'ateneo di
Torino, deve avere decoro e sobrietà, pena il mancato accesso nelle aule universitarie. A dettare le regole lo stesso professore, con tanto di slide proiettate in aula.
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