Salvano risorse per un quarto della popolazione

Giordania, le donne idraulico contro la crisi idrica e i pregiudizi

Il maggior problema è rappresentato dalle perdite nella rete. Ma di giorno le donne restano sole in casa e non possono far entrare uomini. Così è nato il Water Wise Women: hanno aderito in 300

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In Giordania manca l'acqua. Non solo è un Paese composto per il 75% da deserto, ma c'è anche un serio problema di perdite della rete idrica. E a risolverlo ci pensano le donne. Il Water Wise Women è un programma governativo, al quale hanno aderito inizialmente in 17 e ora sono in pìù di 300. Sono indispensabili per questa operazione: solo loro infatti possono entrare nelle altre abitazioni quando le mogli restano sole in casa e i mariti sono al lavoro.

La crisi idrica La Giordania è un piccolo stato, ricoperto per tre quarti dal deserto. E le scorte d'acqua sono contate: 150 metri cubi all'anno a persona. Meno della metà del volume di una normale piscina. Per fare un paragone, un cittadino degli Stati Uniti ne ha a disposizione sei volte tanto. Non solo, negli anni i conflitti militari e politici hanno ostacolato la cooperazione fra le autorità e i Paesi confinanti riguardo le risorse idriche. Nell'ultimo periodo, poi, la domanda è aumentata: in Giordania sono arrivati circa 1,3 milioni di rifugiati che scappano dalla guerra in Siria.

Il problema delle perdite Non solo di acqua ce n'è poca, ma la maggior parte di quella usata nelle case rischia di andare persa. Il 76%, per la precisione, che non arriva mai a rubinetti, lavandini e doccie. Secondo stime riportate dalla Bbc, se tutte queste risorse fossero salvate potrebbero beneficiarne 2,6 milioni di persone, un quarto dell'intera popolazione giordana. Si capisce quindi quanto sia fondamentale riparare i tubi delle case e sottoporli a regolare manutenzione.

Le donne idraulico A questo punto arriva l'ostacolo da superare. Di giorno, gli uomini vanno a lavorare e in casa rimangono solo le donne. In molti luoghi della Giordania, soprattutto nei paesi più isolati e culturalmente più conservatori, non è bene che una moglie accolga in casa un uomo che non sia un membro della famiglia. Anche se quell'uomo è semplicemente l'idraulico. Non solo, poiché sono le donne ad occuparsi della casa, sono loro a sapere meglio cosa non funziona e dove possa esserci una perdita. Ma non è detto che si sentano libera di parlare di fronte a un idraulico. Così, il Governo ha trovato la soluzione: ci pensano le donne stesse.

Water Wise Women Il ministero dell'Acqua e dell'Irrigazione ha dato il via a un programma per insegnare alle donne il mestiere dell'idraulico e per mandarle poi casa per casa ad aggiustare le perdite. Nel 2011 sono partite solo in 17. Le prime di loro hanno dovuto affrontare critiche e pregiudizi. Tahani Shatti e sua cugina Khawla Shatti hanno raccontato la loro esperienza alla Bbc. Ricordano che gli uomini le deridevano, indicandole e urlando: "Eccole lì, le donne idraulico", mentre le donne chiedevano: "Ma come può tuo marito permetterti di fare un lavoro così maschile?". Ma le due non si sono arrese. Dopo 7 anni, il programma conta 300 donne idraulico, attive in 15 località del Paese. Il 10% di loro sono rifugiate siriane.

Il primo lavoro retribuito Non si tratta solo di una soluzione alla crisi idrica della Giordania. Per molte di loro, come Khawla, era il primo lavoro per il quale ricevevano una retribuzione. Soldi guadagnati che potevano essere spesi per le proprie esigenze, senza dove chiedere il permesso ai mariti. Per Khawla si è trattato di una piccola rivoluzione in famiglia: dopo la pensione del coniuge, era lei a portare a casa lo stipendio. Mentre Tahani spera di essere un esempio per le figlie: "Voglio che imparino ad essere sicure e orgogliose di sé e che da grandi scelgano la strada che vogliono".