Esce "Emo" il nuovo album di inediti di Gionata Ruggieri, in arte GionnyScandal, classe 1991, tanti tatuaggi, una storia triste alle spalle e una "mission": far rivivere ricordi, tristi o felici che siano, a chiunque ascolti la sua musica: "Non sono rapper sono Emo e non penso di fare solo canzoni d'amore... ma Emo", racconta l'artista presentando il suo disco a Milano.
La definizione di rapper gli sta stretta: "Non amo le classificazioni". A quella di "Emo" invece si sente sicuramente più vicino: "Emo è un sentimento che ben rispecchia la mia personalità e il mio modo di essere. La mia musica è EMO e deriva da 'Emotional Core', un genere che in Italia non è stato ancora sdoganato".
Il trait-d'union con quelle radici alternative rock è però più che altro "nostalgico": "Prima di intraprendere questa carriera suonavo la chitarra e screamavo in un gruppo Emo-core", racconta Gionny, che ha presentato il suo ultimo lavoro, ad un anno e mezzo dall'ultimo album "Buongiorno. Undici tracce dall'impronta marcatamente pop: "Avrei voluto usare per tutti i brani la chitarra elettrica, ma sono dovuto scendere a compromessi con il mercato italiano, dove l'emotional-core non vende, e io devo vendere, perchè questo è anche il mio lavoro".
Le canzoni, selezionate tra 100 in un arco di un anno e mezzo, alternano ballad elettroniche come "Per sempre", singolo che ha anticipato l'album, in feat con Julia Jean, a brani melodici dal ritmo tropicale come "Il posto più bello", passando per lenti pianistici, come "A domani" e "Ti voglio ancora bene" e trap, come "Hip Hip Urrà", per ricordare allo zoccolo duro che lo segue dai tempi del rap cattivo, che lui è ancora in grado di farlo, anche se: "Non lo sento più mio".
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Leit motiv del disco è l'amore: "A differenza di "Reset", l'album che conteneva tutto il mio dolore, non ho voluto parlare della mia storia familiare: dopo quel disco sono guarito e ora non voglio più avvicinarmi al fuoco".
Abbandonato dai genitori biologici, ha perso da piccolo anche la famiglia adottiva ed è stato cresciuto dalla nonna materna:"L'anno scorso ho fatto un appello in tv perchè mio fratello biologico, che so esistere, si facesse vivo... ma non è successo niente".
L'amore di cui canta non è inventato a tavolino però: "Ho una valigia immaginaria in cui metto tutte le cose che vivo e poi quando ne sento il bisogno tiro fuori e scrivo. Nel disco succede quello che succede a me. La maggior parte delle canzoni sono la mia vita e anche a me fanno l'effetto di farmi tornare a galla i ricordi. Ogni tanto abbiamo bisogno di ricordare, ricordi belli o brutti che siano, ed è ciò che cerco di fare. Questo è Emo".
Ed è ciò che gli permette quella forte empatia con il suo pubblico, formato, come conferma lui stesso prevalentemete da teen, all'80% ragazze: "Sono un ragazzo molto, molto sensibile, se sto bene sto bene 100 volte più del normale e lo stesso se sto male, sono ipersensibile".
Dopo gli instore di maggio, l'Emo live tour partirà il 6 settembre dall'Alcatraz di Milano, poi potrebbero arrivare altre date a Roma, Firenze e Palermo:: "Sul palco ci sarà una band con chitarra, tastiere e batteria e avvicineremo il disco alle sonorità emo-core".