E' morto a Roma, all'età di 80 anni, Tony Cucchiara, artista eclettico che ha innovato il genere del musical, uomo di teatro, cantante e autore di programmi televisivi di successo. Nella sua lunga carriera vanta la partecipazione al "Cantagiro" e al Festival di Sanremo. Ha firmato numerose commedie musicali e chiuso la sua attività professionale come autore Rai. Tra i suoi sodalizi artistici più longevi, quello col regista Michele Guardì.
Nato ad Agrigento, Cucchiara viene scritturato nel 1960 per la Rai, dove fa amicizia con un altro giovane siciliano emigrato, Pippo Baudo, e dove ottiene un contratto discografico con la "Sprint". Solo un anno dopo diventa ospite fisso del programma "Il fico d'India", realizzato dallo stesso Baudo insieme a Enzo Consoli. Ma è sopratutto con altri due artisti agrigentini, tra cui il regista Michele Guardì e il maestro Pippo Flora, che stringe un sodalizio artistico e un'amicizia che durerà per tutta la vita.
Nel 1962 partecipa al "Cantagiro", nel 1969 e nel 1971 a "Un disco per l'Estate", fino ad approdare nel 1972 al Festival di Sanremo con la canzone "Preghiera". Con la moglie Nelly Fioramonti, scomparsa prematuramente, ha costituito anche un apprezzato duo folk. Ma di Cucchiara restano sopratutto numerose le commedie musicali di cui è stato autore, a cominciare da "Caino e Abele", musical che affronta il tema della violenza attraverso i secoli e che in quegli anni incontra anche i gusti del pubblico più giovane.
Ha curato poi altri spettacoli di successo tra cui "Storie di periferia", "Tragicomica con musiche", "La baronessa di Carini", "Swing", "Il conte di Montecristo" e "Pipino il breve" di cui era protagonista Tuccio Musumeci nel ruolo del re di Francia, prodotto dal teatro Stabile di Catania e rappresentato anche all'estero e a Broadway.
Da 15 anni era uno degli autori di "Uno mattina" e "In famiglia", la trasmissione Rai del regista e amico Michele Guardì, che ricordandolo non è riuscito a nascondere la commozione. "Tony è stato uno dei più grandi autori siciliani che va ricordato per l'amore con il quale ha rappresentato in teatro la nostra terra. Un grande artista, ma anche un grande lavoratore. Siamo stati vicini per decine di anni in televisione dove, pur essendo un 'numero uno', ha sempre lavorato alla pari e senza montare in cattedra con tutti noi suoi colleghi. Con lui se ne va un pezzo importante della storia dello spettacolo in Italia". Sui social anche il ricordo di un altro attore teatrale di Agrigento, Gianfranco Jannuzzo.