"Parto domani per la mia grande avventura". Lo aveva scritto Elisabetta Paolucci il 24 aprile ad un amico il giorno prima della partenza per le Alpi Svizzere. Insieme a Marcello Alberti (53 anni) e Gabriella Bernardi (53 anni), marito e moglie, Elisabetta, insegnante di italiano a Bolzano si preparava a partire con i suoi amici e compagni di cordata da tempo, per compiere la Haute Route dal Monte Bianco al Cervino con gli sci. Poi la bufera e la morte.
"Lo zaino è pronto. Le gambe speriamo che reggano ai chilometri e al dislivello", scriveva Paolucci ancora nel suo messaggino all'amico. Elisabetta, detta Betti, era una grande appassionata dello sport all'aria aperta. La professoressa di italiano di un liceo bolzanino si era presa un anno sabbatico per approfondire gli studi, ma anche per compiere delle escursioni in montagna e in barca a vela.
La notizia della morte dei tre amici, che da tempo stavano preparando questa impresa alpinistica con una guida alpina, ha suscitato grande sconforto a Bolzano. Inoltre, Marcello Alberti era un commercialista molto noto in città.
Un sopravvissuto: "Non era una gita da fare" - "Era una gita difficile non da fare in una giornata dove alle 10 sarebbe iniziato il brutto tempo non era neanche da pensarci". Tommaso Piccioli, l'architetto sopravvissuto all'escursione da Chamonix a Zermatt in cui sono morti sei suoi compagni di escursioni racconta di come è riuscito a sopravvivere. "Ogni tanto - ha detto - mi veniva la voglia di lasciarmi andare, ma dopo pensavo a mia moglie". Così ha resistito. Tutta la notte.