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Alfie e i suoi "fratelli": quando il giudice fa staccare la spina

Prima del piccolo di Liverpool, stessa sorte in Gran Bretagna per Charlie Gard e Isaiah Haastrup. E in Francia...

© -afp

E' già successo in Gran Bretagna. Come Alfie Evans, altri piccoli malati hanno cessato di vivere per sentenza di un giudice, contro il volere dei genitori che a dispetto dei sanitari avrebbero voluto tenere i loro figli in vita a tutti i costi. E' già successo, più di recente, a Isaiah Haastrup e, nel caso più eclatante, a Charlie Gard. Un dibattito, quello tra cessazione delle cure e quello che per alcuni è accanimento terapeutico mentre per altri è lotta per la vita, attualissimo anche in Francia.

Charlie, Isaiah, Alfie: storie finite sui media perché i genitori hanno deciso di dare battaglia contro un sistema medico e giudiziario che ritiene "nel migliore interesse" di questi pazienti non mantenere ventilazione e alimentazione assistita, in casi in cui non si danno speranze di guarigione o miglioramento. Ma sono probabilmente migliaia i casi simili che restano fuori dai riflettori. E' di due anni fa una polemica scoppiata nel Regno Unito quando un rapporto rivelato dal Daily Telegraph mise in luce che in un quinto dei casi le famiglie dei pazienti non erano neppure consultate sull'opportunità o meno di staccare la spina ai macchinari che tengono in vita i propri cari.

Il caso di Charlie Gard Al piccolo Charlie furono necessari dodici minuti per morire, dopo che i medici staccarono il respiratore. Nato ad agosto 2016, al bimbo fu quasi subito diagnosticata dal Great Ormond Street Hospital di Londra una rara malattia neurodegenerativa che rendeva necessario nutrirlo e ventilarlo con l'aiuto delle macchine. Secondo i medici, sarebbe stato meglio interrompere la respirazione assistita, dato che il bambino a loro parere non sarebbe mai guarito. E così è stato, dopo un'aspra battaglia legale ingaggiata dai genitori, arrivati fino a Strasburgo alla Corte europea dei diritti umani. Sul caso intervennero anche papa Francesco e Donald Trump. Papà Christofer e mamma Connie riuscirono anche a raccogliere i fondi per trasferire Charlie negli Stati Uniti e tentare una cura sperimentale, senza tuttavia convincere medici e giudici inglesi. I macchinari furono staccati il 28 luglio 2017.

La storia di Isaiah Haastrup Nato a febbraio del 2017, affetto da un danno cerebrale per una prolungata mancanza di ossigeno alla nascita, il bimbo era collegato a una macchina che lo aiutava a respirare. Come per Charlie, i genitori Lanre e Takesha hanno tentato tutte le vie legali contro il parere dei medici del King's College Hospital di Londra. Ricorsi alla Corte suprema e alla Corte di Strasburgo, tutto inutile. Il respiratore è stato spento il 7 marzo scorso: quattro ore di agonia per lasciare questo mondo, una volta privato della ventilazione assistita.

Intanto in Francia Anche in Francia i giudici si sono espressi sui casi clinici di alcuni minori. A gennaio, per esempio, il Consiglio di Stato francese ha confermato lo stop delle cure a Ines, una 14enne in coma da giugno: si attendono solo i tempi dell'ospedale per l'esecuzione della sentenza.

Decisione opposta fu presa, invece, sempre dal Consiglio di Stato francese, quasi un anno prima, nel marzo 2017 per Marwa, la bimba di quasi due anni completamente paralizzata e resa incosciente a causa di un virus. In quel caso i giudici avevano sostenuto la famiglia che si rifiutava di staccare la spina, contro il parere dei medici, per i quali non c'è più niente da fare.