CAMBIO DI ROTTA

Lorenzo Fragola: "Con 'Bengala' ho preso in mano la mia vita"

Il cantautore siciliano pubblica il suo terzo album, che segna un cambio di rotta deciso nel suo percorso artistico. Tgcom24 lo ha incontrato

di Massimo Longoni

© chiara-mirelli

Ripartire da zero a 23 anni. E' quello che ha fatto Lorenzo Fragola, che a due anni dal precedente album "Zero Gravity, torna con "Bengala". Un lavoro che documenta un percorso di crescita e al tempo stesso certifica una voglia di prendere in mano il proprio destino, scrivendo e producendo in proprio. "E' un album nato dalla voglia di capire chi ero - dice a Tgcom24 -, cercare di far coincidere il personaggio alla persona, facendo cose in cui credo".

Alzare la mano e far fermare la macchina quando le cose vanno male è facile. Lo è meno quando comunque il meccanismo sembra girare a dovere e l'unico tassello dell'ingranaggio che stride sei proprio tu. E' quello che ha fatto Lorenzo Fragola. Dopo la vittoria a "X Factor" 2014", due partecipazioni al Festival di Sanremo e altrettanti album, comunque gratificati da un buon riscontro di pubblico, ha deciso che non era il caso di andare avanti su quella strada: ha detto no a un tour, ha rifiutato un album da realizzare sotto l'ombrello protettivo di un produttore consolidato e si è messo a lavorare per conto proprio, alla ricerca della cosa più importante: se stesso.

© chiara-mirelli

"Prima di questo album ogni passo che facevo era perché 'lo dovevo fare'. Adesso invece è perché lo voglio fare. A un certo punto mi sono vergognato di difendere cose che non potevo più difendere. Perché non mi appartenevano - dice -. Non avevo un percorso mio, non avevo certo preventivato di entrare nel mondo del pop italiano mainstream. Le prime canzoni che sono andate in radio erano i primi brani che scrivevo, quasi con incoscienza".

Il momento della crisi arriva nel 2016, in occasione del secondo Sanremo. "Io non l'avrei fatto, ma in realtà l'ho capito solo nel momento in cui sono salito su quel palco - spiega -. Mi sembrava di non aver fatto passi avanti, di essere fermo in un punto dove il personaggio Lorenzo Fragola era completamente scollato dalla persona che ero". E così, dopo l'uscita dell'album "Zero Gravity", invece di partire in tour come tutti si aspetterebbero, Lorenzo si inabissa e si chiude nel suo mondo. "'Bengala' è nato dalla voglia di capire cosa fossi veramente - racconta -. E' la prima volta che mi assumo in toto la responsabilità di quello che faccio, dalla scrittura dei brani, che pur avvalendomi dell'aiuto di altri autori è sempre partita da me, fino ad arrivare alla produzione. Questo disco è un po' la gavetta che non ho mai fatto. Adesso che l'ho finito ho tutt'altro genere di visione e di consapevolezza". 

"Bengala" è un lavoro vario, che mescola momenti più tradizionalmente melodici ("Lontanissimo" dove il lavoro di crescita si concretizza in un linguaggio più diretto) a incursioni nell'indie ("SuperMartina" con il featuring di Gazzelle) passando per esperimenti sonori come "Cemento", un pezzo di 7 minuti realizzato con Mecna che parte come una ballad pianistica e finisce in una cavalcata elettronica. "Questo album non rappresenta un punto di arrivo ma è la fotografia di un percorso - sottolinea Lorenzo -. Racconta una crescita che ho affrontato da solo, confrontandomi tanto con me stesso. Come tutte le crescite è stata difficile perché ho dovuto mettermi alla prova con le mie paure e i miei limiti".

Proprio per questo il disco è costruito come un concept, con alcuni elementi tematici che ricorrono in tutti i brani. "Nella scelta delle canzoni abbiamo tenuto conto di una storia che fosse unica e che racconta la difficoltà di crescere. Una cosa comune a tanti ragazzi, che non appartiene solo a me - spiega -. Per questo più che in passato qui esce una vena malinconica che mi è sempre appartenuta, ma anche un po' di rabbia". Per Lorenzo quindi una svolta e al tempo stesso un'emancipazione, senza però rinnegare il passato. "Erano passi che dovevo fare e anche le vecchie canzoni nel prossimo tour le suonerò sicuramente - dice -, intanto perché per molti rappresentano qualcosa di importante, e poi anche io ora le vedo con uno sguardo diverso".

© chiara-mirelli