Raccolte fondi non autorizzate

Torino, la "bambina di pietra" non c'è più ma fioccano le truffe a suo nome

Sciacalli contattano negozi di Nichelino e città limitrofe chiedendo "30 euro per aiutare la piccola Bea"; la famiglia smentisce raccolta-fondi

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La piccola Beatrice Naso, conosciuta come "la bambina di pietra", non c'è più dal 15 febbraio: la malattia che non la immobilizzava ha avuto la meglio su di lei, ma ai negozi di Nichelino (Torino) e città limitrofe arrivano da giorni telefonate di sciacalli che chiedono soldi in suo nome. "Aiutiamo la piccola Bea, si è aggravata, dateci 30 euro", è la richiesta che, come riferisce Torino Today, arriva da chi dice di chiamare direttamente dall'ospedale Regina Margherita di Torino. La famiglia difende la memoria della bimba e nega l'esistenza di raccolte di denaro a suo nome.

Chi sfrutta la malattia di una bimba che non c'è più per speculare "va denunciato", ha commentato la famiglia di Bea, interpellata da Torino Today. "Non è in corso - è stato precisato dai parenti - alcuna raccolta fondi da parte dell'ospedale o della famiglia per ricordare o finanziare progetti che possano riguardare la figura di Beatrice".

"Telefonare immediatamente alla polizia, ai carabinieri o alla polizia municipale e denunciare l'accaduto", è la preghiera rivolta a chi viene contattato per la truffa.