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Vasco Rossi: "La beneficenza si fa in silenzio, ecco perché ho sempre detto no a Pavarotti"

"I duetti? Vanno bene per i bambini dell'asilo" ha rincarato la dose il rocker

ipa

Vasco Rossi si è raccontato sulle pagine di "Vanity Fair", in edicola mercoledì 25 aprile, a poco meno di un mese dalla partenza del suo "VascoNonStop Live 2018". Come sempre tagliente nelle sue dichiarazioni, il rocker di Zocca ha parlato di duetti, nazionale cantanti, social network e beneficienza, "una di quelle cose che fai aprendo il portafoglio e magari stai anche zitto. Per questo al povero Pavarotti ho sempre detto di no".

CONTRO I DUETTI - "Non sono tipo da duetti e terzetti. Ho sempre avuto la sensazione che quelli che si mettono insieme è perchè non sanno bene che cosa fare. Cantare una canzone metà io e metà te va bene per i bambini dell'asilo: ci mettiamo il grembiulino, ci teniamo per mano e cantiamo la canzoncina", è la prima stoccata di Vasco.

LA BENEFICENZA, LA NAZIONALE CANTANTI E I SOCIAL- "A volte, ti dicono: 'è per beneficenza'. Ma, secondo me, la beneficenza è una di quelle cose che fai aprendo il portafoglio e magari stai anche zitto, sennò non si capisce dove finisce il vantaggio per chi la fa e dove comincia la beneficenza. Per questo al povero Pavarotti ho sempre detto di no (il riferimento è al " Pavarotti and Friends" evento musicale benefico organizzato per dieci edizioni tra il 1992 e 2003 a Modena dal tenore e dalla seconda moglie Nicoletta Mantovani per sostenere cause umanitarie - ndr)

"Per lo stesso motivo non sono neppure mai andato a giocare nella nazionale cantanti. Intanto non chiamatela nazionale cantanti, ma squadra di cantanti. Perché le parole sono importanti. E, invece, la gente le usa come viene" ha detto. Con un riferimento preciso ai social, che utilizza spesso per dire la sua opinione. "Come quelli che dicono che democrazia è poter scrivere sui social che sei uno str...o. Non è così. E, poi, la tua opinione la puoi esprimere con il tuo nome e cognome, non usando un nickname". 


IL TOUR - Poi ecco alcune anticipazioni sul tour VascoNonStop Live 2018, che parte da Torino l'1 e 2 giugno e prosegue per doppie date a Padova (6-7), Roma (11-12), Bari (16-17) e  Messina il 21, con la data zero il 27 maggio, allo stadio Teghil di Lignano. La band del Blasco sarà composta alla batteria da Matt Laug, al basso da Claudio Golinelli (Il Gallo), alla chitarra da Stef Burns, alla chitarra da Vince Pa'stano, al pianoforte da Alberto Rocchetti, alla tromba e tastiere da Frank Nemola e ai cori da Beatrice Antolini, la polistrumentista new entry nella line up, che Rossi aveva presentato su Facebook.

"Abbiamo riarrangiato alcuni pezzi vecchi, degli Anni 80. Modena Park è stata un po' una seduta psicanalitica, nel senso che mi sono ritrovato a cantare canzoni che ho scritto 35/40 anni fa e che non facevo più da un sacco di anni. Apriamo con ' Cosa succede in città'. È una canzone che ho scritto nel 1985, ma che e' ancora molto attuale. Pensiamo alla situazione che stiamo vivendo proprio adesso: la confusione, per esempio, ce n'e' davvero un bel po' in giro e anche di cose che non vanno. E, poi, secondo me, si capisce subito che ci parliamo chiaro. Ci sono almeno un paio di canzoni che non facevo da un pezzo".

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