Alek Minassian, il 25enne canadese di origini armene conducente del furgone che a Toronto ha investito e ucciso 10 persone, ha agito deliberatamente. Si tratterebbe di un folle e la pista del terrorismo sfuma sempre di più con il passare delle ore. L'uomo, comparso davanti a una corte, è stato incriminato per il reato di omicidio volontario e per quello di tentato omicidio per le 15 persone ferite. La prima vittima identificata è Anne Marie D'Amico.
Studente di informatica al Seneca College di Toronto ed esperto di software, Alek, residente nel sobborgo di Richmond Hill, viene descritto da chi lo conosce come un ragazzo intelligente, ma schivo, "socialmente disadattato e che stava sempre per conto suo". Nessuna affiliazione a nessun gruppo politico o religioso, dunque, e nessuna inclinazione alla radicalizzazione o propensione alla violenza mostrata negli anni. Con la polizia che nega di averlo avuto già in passato nel mirino, come hanno scritto alcuni media locali.
Minassian elogiava l'autore di una precedente strage - "Ave al supremo gentiluomo Elliot Rodger!": questa la frase delirante postata su Facebook da Alek Minassian poco prima dell'attacco ai pedoni a Toronto. Rodger è il ventiduenne autore nel 2014 della strage di Isla Vista, non lontano dal campus di Santa Barbara, in California, quando con un auto investì e uccise 6 persone e ne ferì altre 14.
Rischia l'ergastolo - Comparso davanti alla corte, ora Minassian rischia il carcere a vita. "Abbiamo a che fare con un modus operandi che lo Stato Islamico ha in qualche modo imposto, indipendentemente se si fa parte o non si fa parte dell'Isis. Anche uno spostato può oggi usare metodi terroristi", ha commentato il ministro degli Interni, Marco Minniti, che si trova proprio a Toronto per una riunione del G7. "Fino a due anni fa - ha osservato - nessuno poteva pensare di prendere un van ed andare contro i pedoni che stavano camminando e poi ad un certo punto è arrivato Al-Adnani ed ha spiegato che poteva essere fatto".