Legale, ma non eticamente corretto

Florida, poliziotti in una camera ardente: servivano le dita del defunto per sbloccare il cellulare

Nessuno aveva avvertito la famiglia, che è rimasta scioccata. Per legge è possibile, ma sono tutti d'accordo che gli agenti dovevano agire con più rispetto

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Due poliziotti sono entrati nella camera ardente di un uomo che era stato ucciso con un colpo di pistola partito da un loro collega. Hanno preso le mani del cadavere e hanno provato a sbloccare il suo cellulare con le dita. E' successo il 20 Aprile a Largo, in Florida. Quello che hanno fatto i due agenti è legale, ma probabilmente poco appropriato. Scioccati parenti e amici.

Due inchieste La polizia di Largo sta indagando sulla morte di Linus Philip, un uomo di 28 anni che a marzo è stato ucciso da un colpo di pistola, partito proprio da un agente delle forze dell'ordine, mentre stava scappando. L'inchiesta si intreccia inoltre con un'altra che riguarda il traffico di droga. Per entrambe, le autorità avevano bisogno di visionare il contenuto dello smartphone della vittima. Teoricamente sarebbe stato ancora possibile fra le 48 e le 72 ore dopo la morte, ma hanno preso la decisione quando ormai il corpo era già nella camera ardente.

I parenti e la fidanzata "Mi sono sentita violata, mi hanno mancato di rispetto", ha detto al Tampa Bay Times, Victoria Armstrong, la fidanzata di Linus Phillip. "Nessuno ci ha avvisato che sarebbero arrivati, sono molto critica riguardo la discrezione delle camere ardenti ora", ha aggiunto Armstrong. Anche amici e parenti pronti a celebrare il funerale sono rimasti scioccati. "Un defunto probabilmente non ha interesse in quello che rimane del proprio corpo, ma la sua famiglia sicuramente sì", ha commentato Charles Rose, direttore del Centro per avvocati d'eccellenza dell'università di legge di Stetson.

Legale, ma non eticamente corretto Il quarto emendamento della Costituzione americana, che difende da perquisizioni e confische irragionevoli, non può essere applicato per una persona già morta. Un defunto infatti non ha diritto alla proprietà privata. Per questa ragione, quello che è stato fatto è corretto dal punto di vista legale, ma non da quello etico. "Dovrebbe essere preservata una certa dignità per chi muore", ha commentato Remigius Nwabueze, professore associato alla facoltà di giurisprudenza di Southampton. "La polizia dovrebbe richiedere l'autorizzazione del giudice prima di usare le dita di un cadavere e dovrebbe sicuramente avvertire la famiglia, ma per la legge non è così".