“Vergogna, vergogna, è uno schifo come posso credere ancora nella giustizia. Mi hanno ammazzato un figlio a vent’anni. Vergogna!”: sono le parole gridate da Marina, madre di Marco Vannini, morto il 18 maggio del 2015 a Ladispoli, vicino a Roma, nella casa della fidanzata dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. A Qaurto Grado si ripercorrono i momenti salienti della sentenza che ha visto Antonio Ciontoli condannato a 14 anni per omicidio volontario, tre condanne a tre anni per omicidio colposo e una assoluzione
La donna si è allontanata in lacrime dal tribunale seguita da amici e parenti che con lei gridavano contro la decisione del tribunale. “Riconsegnerò la mia scheda elettorale perché mi vergogno di essere una cittadina italiana – ha affermato la donna - loro sono liberi, anzi sono sicura che stanno festeggiando, mentre mio figlio è morto a vent'anni. Dentro quell'aula c’è scritto che la giustizia è uguale per tutti”, ha poi aggiunto la donna.
Durante la puntata di Quarto Grado si sono riascoltate anche le parole di Maria Pezzillo, la moglie di Antonio Ciontoli, intercettata mentre parlava con i suoi vicini di casa: “Voi cosa avete sentito?”, chiede la donna che poi aggiunge: “Io lo sparo non l’ho sentito, loro pensano che noi abbiamo omesso il soccorso, per il lavoro di Tonino”.