IL SOGNO CORRERE A NEW YORK

Sardegna, il runner non vedente: "Mi guida la mano di mio figlio"

Gabriele Pianu ha perso la vista dopo un incidente al lavoro. Ora corre con il secondogenito grazie a una cordicella che li unisce. Il loro sogno: correre alla maratona di New York, ma serve uno sponsor

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Gabriele Pianu, 67 anni, è rimasto cieco dopo un incidente sul lavoro, a Milano, dove viveva con la moglie e i due figli, Daniela e Andrea. Lavorava nella falegnameria che condivideva con il fratello. Un giorno è rimasto sotto 40 quintali di legno e dopo quindici giorni di coma, si è risvegliato non vedente. E' dovuto quindi tornare a Musallas,  in Sardegna, "non potevo più lavorare, così ho frequentato un corso e ho trovato un nuovo lavoro", racconta al Corriere della Sera. Il tenace sardo prima dell'incidente aveva una passione, quella della corsa: a Milano aveva partecipato a sette Stramilano di fila. La speranza di correre era svanita dopo l'incidente finché un giorno un ragazzo al lavoro ha riacceso quella fiamma, e così iniziano a correre insieme. Ha corso la prima maratona da non vedente nel 2007 e ora Gabriele corre con il figlio, Andrea, uniti da una cordicella di un metro e asole ai polsi. E sogna la maratona di New York.

In realtà aveva già partecipato, con un'altra guida nel 2011, e con uno sponsor che aveva pagato due terzi della spesa. "Due dei miei più grandi sogni? Il primo, che corressero più non vedenti, il secondo, fare la maratona di New York con Andrea, ma questa volta manca uno sponsor".

Un sogno che condivide con il figlio che ha ritrovato una passione da condividere con il padre. "Quando ero piccolo - afferma -, papà non poteva venire a vedermi giocare a calcio. Così per me correre insieme è una forma di compensazione. Abbiamo trovato uno sport da condividere. E' una cosa bellissima, per un padre e per un figlio, e lo dico al netto della disabilità, che comunque aggiunge valore: papà è il mio Zanardi".