"Quello che mi ha fatto più male è che rispetto alle accuse di usare strumentalmente il lavoro abbiamo avvertito un silenzio assordante e chi speravamo ci dovesse difendere è stato zitto. A partire dall'Anm e dal Csm". Lo ha detto il pm della Dna Nino Di Matteo, dopo la sentenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, a proposito delle critiche subite, negli anni, dal pool che ha coordinato l'inchiesta.
"Serve un pentito di Stato" - Nell'intervista rilasciata alla trasmissione "1/2 ora in più" di Lucia Annunziata su Rai 3, Di Matteo ha precisato: "I carabinieri che hanno trattato sono stati incoraggiati da qualcuno. Noi non riteniamo che il livello politico non fosse a conoscenza di quel che accadeva. Ci vorrebbe 'un pentito di Stato', uno delle istituzioni che faccia chiarezza e disegni in modo ancora piu' completo cosa avvenne negli anni delle stragi".
"Carabinieri mandati da altri" - "È ovvio che noi abbiamo agito verso soggetti che ritenevamo coinvolti sulla base di un quadro probatorio solido - ha aggiunto il pubblico ministero -, ma non pensiamo che i carabinieri abbiano agito da soli. Non abbiamo avuto prove concrete per agire contro livelli più alti ma pensiamo che i carabinieri siano stati mandati e incoraggiati da altri".
Secondo Di Matteo, "gli ufficiali dei carabinieri sono stati condannati per avere svolto un ruolo di cinghia di trasmissione delle richieste della mafia nel '92 quindi rispetto ai governi della Repubblica presieduti da Amato e Ciampi, mentre Dell'Utri è stato condannato per avere svolto il medesimo ruolo nel periodo successivo a quando Berlusconi è diventato premier. Questi sono stati i fatti per cui gli imputati sono stati condannati. È un fatto oggettivo. Poi resta da capire come mai rispetto al fallito attentato all'Olimpico, nel 1994, 'Cosa nostra' abbandonò le stragi e avviò una lunga fase di tregua nell'evitare il frontale attacco allo Stato. Questo dovrebbe essere uno spunto di riflessione".
Anm: "Sempre difeso magistrati attaccati" - "L'Associazione Nazionale Magistrati ha sempre difeso dagli attacchi l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati". Lo ha detto il presidente dell'Anm, Francesco Minisci, rispondendo alle accusa lanciate dal pm della Dna, Nino Di Matteo. "Lo ha fatto a favore dei colleghi di Palermo e continuerà sempre a difendere tutti i magistrati attaccati - ha aggiunto -, pur non entrando mai nel merito delle vicende giudiziarie".
Legale di Dell'Utri: "Di Matteo falsa la realtà" - "Spiace che Di Matteo rappresenti all'opinione pubblica una realtà riduttiva rispetto a quella effettiva". E' la replica di Giuseppe Di Peri, legale di Marcello Dell'Utri, al pm della Dna. "Con la sentenza che ha condannato Dell'Utri per il periodo precedente al 1992 - sottolinea - ne è stata pronunciata anche una di assoluzione piena per i fatti successivi a quell'anno, escludendo in maniera assoluta rapporti tra Dell'Utri, Berlusconi e la mafia. Tale sentenza è ormai definitiva, mentre quella emessa dalla Corte d'assise sulla cosiddetta trattativa è ancora di primo grado".