E' stato firmato all'Aran il rinnovo del contratto nazionale del comparto istruzione e ricerca. L'aumento medio per tutto il personale sarà tra gli 80 e i 110 euro lordi, a cui si aggiungono degli arretrati. Il 9 febbraio scorso era stata firmata la pre-intesa. "Dopo un lungo iter - commenta il presidente dell'Aran, Sergio Gasparrini - arriviamo alla conclusione di un contratto che riguarda oltre 1 milione di addetti".
L'accordo definitivo arriva dopo la pre-intesa del 9 febbraio scorso, a cui è seguito il via libera del Consiglio dei ministri e della Corte dei conti. Il contratto da' più spazio alla collegialità delle decisioni e alla contrattazione di istituto, modificando in parte alcune delle norme più contestate dalla cosiddetta Buona scuola. Il nuovo Ccnl, tra le altre cose, non prevede un aumento dell'orario di servizio, invariati anche le ferie e i permessi sia per i docenti che per gli Ata. Rinviata a una "successiva sequenza contrattuale" la parte sulle sanzioni disciplinari.
Entusiasti del rinnovo del contratto i sindacati. "Dopo 10 anni di blocco della democrazia e del contratto finalmente arriva un contratto che ci vede convinti di aver fatto un buon lavoro per l'interesse dei lavoratori e della scuola italiana", ha commentato Pino Turi, segretario generale Uil scuola. Dello stesso parere Maddalena Gissi, segretario generale Cisl Scuola: "Una giornata importante, di grande rilievo per il mondo della scuola anche perché é l'ultimo giorno per l'elezione delle Rsu, restituiamo alla categoria un contratto normativo ed economico, pronto per essere rinnovato, da qui si comincia per la nuova piattaforma".