Sì del Parlamento Ue all'economia circolare: il riciclo dei rifiuti diventa un nuovo elemento di crescita
L'obiettivo è di combinare ambientalismo e crescita economica. L'industria realizzerà prodotti concepiti per il riutilizzo ed entro il 2035 sono previsti risparmi per le aziende e nuovi posti di lavoro
Inizia l'era dell'economia circolare per l'Europa, la strategia che punta a reperire materie prime dai rifiuti dando vita a un ciclo virtuoso di crescita economica e rispetto per l’ambiente. Dopo tre anni di trattative, il Parlamento Ue si è riunito a Strasburgo e ha approvato quattro direttive pensate per abbinare ambientalismo e crescita economica. L'obiettivo è quello di portare risparmi di 600 miliardi all'anno per le aziende, introdurre 140mila nuovi posti di lavoro e tagliare di 617 milioni di tonnellate la Co2 entro il 2035.
Normative per il consumatore e per l'industria L'intento è di coniugare un approccio green con una serie di risparmi per le aziende con un guadagno di crescita economica e di posti di lavoro. Da dove si parte? Lo spiega
Simona Bonafè, relatrice del provvedimento: "Si definiscono norme che prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto e si pongono l’obiettivo di modificare il comportamento di aziende e consumatori". Infatti le quattro normative approvate dal
Parlamento Ue, prevedono maggiore consapevolezza sia nel singolo consumatore che nell'industria.
Anzitutto dal 2023 sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti di materiali organici (
Bio-waste), di materiali tessili e di quelli pericolosi nei rifiuti domestici (come vernici, pesticidi, oli e solventi). L'industria, invece, avrà la responsabilità di realizzare prodotti concepiti per essere riutilizzati, in tutto o in parte, al termine del loro uso. Quindi, per prima cosa si penserà alla
prevenzione nella creazione dei rifiuti, poi si privilegerà la riparazione e il
riciclo, poi il
recupero energetico attraverso i termo-valorizzatori ed infine la
discarica.
Grandi benefici economici Gli studi hanno mostrato l'incredibile impatto economico dell'economia circolare. A partire dai 140 mila posti di lavoro in più grazie a questo nuovo modello produttivo. Il
Pil dell'Europa potrebbe crescere dal 5% al 7%. Le aziende potrebbero risparmiare oltre 600 miliardi all'anno e ci sarebbero 617 milioni di tonnellate di Co2 in meno entro il 2035. Dulcis in fundo, le bollette dei rifiuti sarebbero ovviamente più leggere.
Una buona notizia per Legambiente è che l'Italia può posizionarsi ai primi posti nell'Europa dell'economia circolare. .
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