Siria, Trump: "Le truppe americane torneranno presto a casa"
Il presidente americano ha replicato al suo omologo francese, il quale aveva detto di aver convinto il tycoon a rimanere in Siria a lungo
"Il presidente americano Donald Trump è stato chiaro affermando che vuole un ritorno a casa delle forze americane in Siria" dopo l'attacco. E' quanto afferma la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, replicando al presidente francese Emmanuel Macron, che aveva detto di aver convinto il tycoon a rimanere in Siria a lungo. Trump si aspetta inoltre che gli alleati degli Usa "si assumano maggiori responsabilità per mettere in sicurezza la regione".
Dopo aver definito "compiuta" la missione e "perfetto" l'attacco sferrato in Siria, la Casa Bianca ha puntualizzato che i militari statunitensi "torneranno a casa al più presto". I vertici di Onu e Ue hanno indetto riunioni per parlare dell'attacco congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna.
L'amministrazione Trump ha poi sottolineato che gli Stati Uniti "sono
determinati ad annientare l'Isis e a creare le condizioni per impedire un suo ritorno". A poche ore dall'attacco in Siria e dopo la bocciatura della risoluzione russa sui raid, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno rilanciato la sfida.
I tre alleati hanno fatto circolare una
bozza di risoluzione congiunta al Consiglio di sicurezza Onu che punta ad
aiuti umanitari senza ostacoli in Siria e una tregua immediata chiedendo a Damasco di impegnarsi nei negoziati di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite. Nella bozza è contenuta anche la questione più spinosa:
un'inchiesta indipendente sulle armi chimiche in Siria.
Nel documento viene evidenziata la volontà da parte dei tre alleati di tornare sul terreno della democrazia dopo l'attacco militare. Secondo la richiesta di Londra, Washington e Parigi, l'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) dovrebbe riferire entro 30 giorni sull'arsenale chimico della Siria. Un tentativo che era stato già bocciato una volta dalla Russia.
Nella bozza si chiede inoltre che
entri in vigore il cessate-il-fuoco votato a febbraio e che il presidente siriano Bashar al-Assad si impegni in trattative di pace "costruttive e senza precondizioni". I negoziati su questa bozza inizieranno martedì, ma non è chiaro quando verra' messa al voto. I diplomatici dei Paesi occidentali in Consiglio si sono detti pronti a
dare tempo alla Russia per dialogare, trattare e approvare il testo senza porre un altro veto.
"Dieci giorni fa il presidente Trump ha detto che gli Stati Uniti intendevano disimpegnarsi dalla Siria. Noi l'abbiamo convinto che era necessario rimanere a lungo e che bisognava limitare gli attacchi con armi chimiche", aveva affermato Macron. Trump, dal canto suo, alla fine di marzo in un comizio in Ohio aveva dichiarato: "Usciremo molto presto dal Paese. Lasciamo che siano altri ad occuparsene ora. In Siria ci sono circa duemila soldati americani".
Intanto gli Stati Uniti sono pronti a varare
nuove sanzioni contro la Russia, ritenuta "complice" del regime di Assad anche nell'uso delle armi chimiche. Una mossa destinata ad inasprire ancor di più i rapporti tra Washington e Mosca.
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