Siria: Usa, Francia e Gb attaccano le armi chimiche di Assad | L'Onu non condanna il raid: è scontro con Mosca
Trump esulta: "Missione compiuta". E minaccia di agire ancora: "Abbiamo il colpo in canna". Per la Russia è stata "un'aggressione"
I missili di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno colpito il presunto arsenale di armi chimiche di Assad in Siria. Il presidente americano Donald Trump esulta: "Missione compiuta". Secondo Mosca, però, i danni sono stati limitati: 71 missili su 103 sarebbero stati abbattuti. Per il capo del Cremlino Vladimir Putin si è trattato di "un atto di aggressione che viola il diritto internazionale". Mentre è scontro all'Onu che boccia la richiesta russa di condannare il raid.
Pioggia di missili Usa, Gb e Francia - Sono le nove di sera a Washington, poco prima dell'alba a Damasco, quando la tempesta di missili promessa da Donald Trump si abbatte sulla Siria. Il presidente americano sta ancora parlando alla nazione in diretta tv dalla Casa Bianca quando alcuni dei bersagli prescelti dal Pentagono, in accordo con Londra e Parigi, sono già stati colpiti. A poca distanza l'uno dall'altro, arrivano anche gli annunci di Emmanuel Macron e Theresa May, gli unici alleati degli Usa che non si sono sfilati dall'azione militare per punire il regime di Assad per l'uso delle armi chimiche.
L'avvertimento: "Gli Usa hanno il colpo in canna" - L'offensiva dura circa un'ora. E per il momento si tratta di un "one-time shot", come l'ha definita a caldo il numero uno del Pentagono James Mattis, un'azione unica. A cui però potranno seguirne altre se Damasco farà nuovamente ricorso ai gas: "Abbiamo dato alla diplomazia chance su chance. Ora il tempo delle parole è finito, e se la Siria userà ancora i gas gli Stati Uniti hanno il colpo in canna e sono pronti a sparare", ha minacciato senza mezzi termini l'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley durante la riunione del Consiglio di sicurezza convocata d'emergenza al Palazzo di Vetro di New York.
Trump esulta: "Missione compiuta" - Intanto, nonostante ci vorrà del tempo per una valutazione completa sui risultati dei raid, Trump esulta: "Missione compiuta", ha scritto di primo mattino su Twitter. Mentre a Mosca, dove si minacciano "conseguenze", monta l'ira di Vladimir Putin, che parla di "aggressione" e definisce l'azione di Usa, Francia e Regno Unito come "una violazione del diritto internazionale". Anche se la Russia si è vista bocciare una risoluzione di condanna dell'attacco dal Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Raid contro armi chimiche di Assad - Per ora dunque si è trattato di una sola ondata di raid aerei e di missili partiti dalle navi posizionate nelle acque del Mar Rosso, una pioggia di circa 100 colpi. E un'azione "limitata e proporzionata", mirata a colpire il cuore del programma di armi chimiche del governo siriano. Tre gli obiettivi militari centrati: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo. Ma la lista dei target possibili è molto più lunga.
Il Pentagono: "Bersagli scelti colpiti con successo" - "L'attacco ha azzoppato il programma di armi chimiche di Damasco, lo ha riportato indietro di anni e ha quindi indebolito la possibilità di futuri attacchi chimici da parte del regime di Assad", hanno spiegato i vertici del Pentagono, che a dispetto della versione di Mosca assicurano: "Ogni bersaglio scelto è stato colpito con successo".
Per il momento nessun segnale di rappresaglia - Dietro la guerra di parole tra Washington e Londra da una parte e Mosca dall'altra, appare però sempre più evidente come l'operazione della coalizione guidata dagli Usa sia stata in qualche modo "condivisa" con le autorità russe, di fatto informate sui target individuati per limitare i danni ed evitare incidenti. "Il canale con Mosca per prevenire conflitti in Siria è aperto già da diversi mesi", hanno affermato i vertici del Pentagono rispondendo a chi chiedeva se i russi fossero stati avvisati prima dell'attacco. E al momento dal Pentagono e dagli 007 Usa si assicura come non ci sia alcun segnale o indizio della preparazione di una rappresaglia, né da parte della Russia né da parte di Damasco, né tanto meno da parte di Teheran, che pure ha minacciato "conseguenze regionali".
L'Opac in Siria per raccogliere prove sull'uso dei gas - Intanto in Siria sono arrivati gli ispettori dell'Opac, l'organizzazione che vigila sul rispetto dei trattati sulle armi chimiche. Il loro lavoro per raccogliere prove dell'uso di gas da parte di Assad comincia in queste ore. Trump, Macron e May non hanno voluto aspettare, convinti che cloro e sarin a Duma lo scorso 7 aprile siano stati davvero usati dalle forze di Damasco.
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