India in piazza, proteste contro il governo: difende i rapitori di Asifa
Il partito di opposizione ha organizzato una manifestazione a Nuova Delhi, dopo che il governo ha cercato di impedire l'arresto di un suo leader locale, accusato di un altro stupro
L'India scende in piazza per Asifa Bano, la bambina di 8 anni che lo scorso 10 gennaio era stata rapita e stuprata nel Katua, provincia del Kashmir indiano. In questi giorni le proteste hanno assunto una connotazione politica, oltre che religiosa. Il Governo sembra stia cercando di insabbiare un altro caso di stupro, compiuto lo scorso anno da un membro del Partito del popolo indiano (BJP). L'opposizione è scesa in piazza a Nuova Delhi.
Asifa Asifa era figlia di una famiglia di pastori musulmani. Nel Kashmir ce ne sono circa un milione e da una ventina d'anni alcuni di loro hanno iniziato a costruire case permanenti da usare durante l'inverno, al posto dei rifugi provvisori ai qual erano abituati. La popolazione Indù della provincia la percepisce come un'invasione e un'occupazione del loro territorio. Asifa è una vittima di questa rabbia. E' stata ritrovata in un tempio Indù e la polizia ha ricostruito che è stata violentata e picchiata per circa tre giorni. Alla fine, i suoi rapitori l'hanno strangolata. Sono stati arrestati otto uomini, sei di questi direttamente coinvolti, mentre altri due, entrambi poliziotti, avrebbero cercato di compromettere le prove durante l'indagine. C’è anche il custode del tempio dov'è stato lasciato il corpo e sarebbe stato lui a pagare gli agenti perché depistassero le ricerche.
Le proteste Gli arresti hanno fatto esplodere le proteste. Le prime, a febbraio, sono state in favore dei sospettati. Il gruppo avrebbe legami con il BJP, che è attualmente al governo, e alcuni ministri e funzionari hanno difeso apertamente gli otto uomini. Assieme a un gruppo estremista Indù avrebbero organizzato una marcia per chiedere che venissero liberati. Questa situazione ha fatto indignare il Paese. Ma ci sono dei precedenti. Lo scorso anno una 17enne era stata stuprata nello stato dell'Uttar Pradesh da un leader locale del partito BJP e dal fratello di questi, dopo averla attratta con una falsa offerta di lavoro. Il partito ha poi tentato di impedire l'arresto del sospettato. Sui social hanno iniziato a diventare virali gli hashtag #StopSheldingRapists e #JusticeForAshifa, mentre il partito del Congresso, la principale forza di opposizione, ha organizzato una manifestazione a Nuova Delhi. Alcune star di Bollywood (la mecca del cinema indiano) si sono uniti alle proteste sui social. Intanto due ministri del BJP si sono dimessi, mentre il primo ministro Narendra Modi ha provato a placare gli animi promettendo che i colpevoli saranno puniti duramente, ma i manifestanti non ne sembrano convinti.
SU TGCOM24