L'ex modella e personaggio tv Janice Dickinson ha testimoniato in Pennsylvania contro Bill Cosby, sostenendo che nel 1982 l'attore l'ha drogata e violentata in una camera d'albergo a Lake Tahoe, nel Nevada. Cosby, 80 anni, è attualmente sotto processo con l'accusa di aver drogato e violentato sessualmente anche l'ex allenatrice di basket femminile della Temple University, Andrea Constand, nella sua residenza di Philadelphia nel 2004.
La Dickinson è una delle cinque donne convocate dai pubblici ministeri che stanno continuando gli interrogatori nel tentativo di dimostrare che Cosby fosse un predatore esperto e che usasse metodi simili su più vittime. E' stata una delle prime donne a rendere pubbliche le sue accuse contro Cosby in uno show televisivo nel 2014.
In tribunale e sotto giuramento, la donna ha detto che Cosby l'ha chiamata personalmente mentre era in riabilitazione a Bali e l'ha pagata per volare a Reno, in Nevada, in modo che potessero incontrarsi e discutere sugli sviluppi della sua carriera nel mondo dello spettacolo. "Mi fidavo di lui, era una persona molto rispettata" ha detto. "Io avevo 27 anni e lui 45".
La Dickinson ha raccontato che una volta insieme, non passò molto tempo prima che l'attore le facesse bere del vino rosso, nonostante sapesse che la modella era stata in cura per l'alcolismo. Poi Cosby l'ha spinta a prendere una pillola blu che l'ha stordita . "In camera si è messo su di me e la sua veste si è aperta" ha continuato la donna, "ricordo che puzzava di sigari e caffè espresso".
"Ecco un uomo sposato, padre di cinque figli, sopra di me", ha raccontato. "In quei momenti pensavo a quanto fosse sbagliato tutto ciò". Quindi è avvenuta la violenza sessuale. "Prima di svenire, ho sentito dolore tra le gambe", ha detto. "E' stato schifoso"
L'avvocato di Cosby, Marty Singer, l'ha rapidamente etichettata come una bugiarda, parlando di una "storia completamente diversa" e citando un suo memoriale del 2002, in cui la Dickinson ha detto di aver cenato con Cosby quella sera e di aver ricevuto "lo sguardo più sporco e meschino del mondo" da lui nel momento in cui ha rifiutato di tornare nella sua camera d'albergo. "In tribunale ho messo la mia mano su una Bibbia e ho giurato. Non ero sotto giuramento quando ho scritto quel libro" si è difesa la donna che ha detto di aver cercato di includere i dettagli sullo stupro nel libro di memorie, ma l'editore non ha accettatto. "Ho dato il consenso per una versione edulcorata dei fatti solo perché avevo bisogno di soldi" ha detto.