Un 20enne è stato condannato a 7 anni di carcere per aver stuprato, insieme ad altre 7 persone, un'amica con problemi psicologici e lievemente disabile. Per i giudici il giovane è colpevole di violenza sessuale aggravata e produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Per due volte il gruppo ha infatti filmato le violenze e condiviso il video in chat. Per gli altri complici, all'epoca minorenni, sono state chiuse da poco le indagini.
Dopo aver subito l'ultima violenza, nell'autunno del 2016, la ragazza aveva iniziato a manifestare i primi sintomi di una grave depressione. La madre e la sorella sono riuscite a farsi raccontare l'accaduto e si sono subito rivolte al centro antiviolenza della Mangiagalli. Da qui sono partiti gli accertamenti e i giovani, tra maggiorenni e minorenni una decina in tutto e tutti italiani, sono stati identificati e indagati.
Le intercettazioni: "Non l'abbiamo mica legata" - A testimonianza di come il gruppo non si fosse reso conto della gravità di quanto era accaduto, ci sono alcune conversazioni intercettate: "Neanche avessimo rubato dei motorini!", oppure "Non l'abbiamo mica legata!", sono stati i loro commenti. Secondo quanto ricostruito nelle indagini e nel processo, nei mesi precedenti agli stupri la ragazza appariva particolarmente felice perchè diceva di avere finalmente trovato degli "amici".