Per qualcuno rappresenta il trampolino di lancio verso una brillante carriera, per altri si trasforma in una gabbia che imprigiona fino a togliere il fiato. L’università è un momento cruciale per migliaia di ragazzi, nel bene nel male. Perché, se si ha un obiettivo ben chiaro in mente, può essere davvero una grande occasione. Altrimenti il rischio di perdersi è dietro l’angolo. Con esiti, a volte, tragici. La 26enne molisana che si è tolta la vita all'Università Federico II di Napoli il giorno della laurea (almeno così aveva fatto credere ai suoi famigliari) è solo l’ultima in ordine di tempo a non aver retto alla pressione. Tanti, prima di lei, hanno preso la stessa drammatica decisione. Ma perché? Skuola.net ha cercato di capirlo interpellando mille universitari. E, al di là dei gesti estremi, si scopre che le "bugie accademiche" sono pane quotidiano per migliaia di studenti.
Un terzo degli universitari mente sull’andamento degli studi
Più di un ragazzo su 3 (il 35%) ammette, infatti, di aver mentito almeno una volta sull’andamento del proprio percorso verso la laurea: il 18%, lo ha fatto più di una volta, il 17% sistematicamente. Ma quali sono le cose che gli universitari omettono di più? Quasi uno su 4 – il 24% dei "bugiardi" – non dice tutta la verità sui voti degli esami, gonfiandoli un po'. Il 18%, invece, sorvola sul numero reale di esami sostenuti. Il 16% sull’effettiva frequenza delle lezioni. Il 12% evita di aggiornare i genitori su eventuali bocciature. Il 7% ha fatto intendere che la data della laurea era più vicina del previsto.
La verità fa paura a quasi tutti i ‘bugiardi accademici’
Tutto calcolato? Non proprio. Circa 7 studenti su 10 – il 69% - tentano questa strada sperando di non essere scoperti. E se uscisse tutto fuori? Il 23% sarebbe semplicemente dispiaciuto, il 15% si sentirebbe umiliato, un altro 15% spaventato dalle conseguenze, il 16% sprofonderebbe nella disperazione. Solo il 31% vuoterebbe il sacco chiedendo scusa, mettendoci una pietra sopra come se nulla fosse successo. E allora, perché avventurarsi su un percorso che alla lunga può avere ripercussioni psicologiche devastanti?
La pressione delle famiglie spinge a camuffare la realtà
Molto ruota attorno alle aspettative che i propri cari ripongono sugli universitari. Il 28% di loro mente proprio perché non vuole deludere i genitori. A cui va aggiunto un 13% che si vergogna per non essere riuscito negli studi accademici. La stessa quota (13%) è composta da ragazzi che hanno costruito un castello di bugie talmente grande da non poter tornare più indietro. Un altro 28% affronta la cosa con leggerezza, pensando che a tutto ci sia rimedio. Mentre uno su 10 – il 10% - ha addirittura paura della reazione di chi ha immaginato grandi cose per lui. Un timore legittimo visto che – sempre a detta di chi ha "alterato" la propria effettiva situazione universitaria – solamente nel 55% dei casi i genitori hanno chiaro a che punto sia il figlio con gli esami; per il 27% sono abbastanza informati, per il 18% sono totalmente all’oscuro di come stia andando la sua carriera universitaria.
Genitori ambiziosi ma non sempre presenti
Perché per oltre la metà del campione complessivo, la famiglia è un fattore che genera ansia: il 54% degli universitari dice che i propri genitori ritengono fondamentale prendere il famoso pezzo di carta; il 30%, invece, dichiara che pensano sia importante ma non determinante; solo il 16% racconta che accetterebbero un fallimento dei figli negli studi. E dalle idee ai fatti il passo è breve: il 14% si sente pressato dai genitori durante il periodo universitario, mentre per il 52% s’interessano il giusto; il 7% si sente un po' "abbandonato" e pensa che i suoi non gli chiedano nulla perché non sono interessati; solo il 15% dice di avere la cieca fiducia di mamma e papà.