"Case e scuole distrutte, mancano cibo e medicine. E' come in Europa durante la seconda guerra mondiale, ma ora siamo nel 21esimo secolo". Siamo nel 21esimo secolo e la guerra passa anche attraverso i social network. Muhammad Najem ha 15 anni e vive a Ghouta, in Siria. Attraverso Twitter e Youtube mostra al mondo la devastazione dei bombardamenti e chiede aiuto alla comunità internazionale.
Youtuber di guerra Di Muhammad si sa poco. Sul suo profilo Twitter ha scritto di avere 15 anni e vivere a Ghouta e allo stesso modo inizia anche il primo video caricato su Youtube. Dopodiché dichiara subito le sue intenzioni: "Vi racconterò tutto quello che combina il regime di Bashar-al-Assad a Ghouta Est”. Il luogo di cui parla è un sobborgo di Damasco ed è l'ultima roccaforte dei ribelli siriani nella capitale. Dal 2014 è sotto assedio da parte delle truppe governative e la quotidianità delle persone che ci vivono è fatta da bombardamenti e distruzione. E' qui che il 7 Aprile centinaia di persone sono morte e migliaia sono rimaste ferite gravemente a causa dell'attacco con armi chimiche a opera del regime.
La quotidianità di un assedio Muhammad racconta tutto, twitta in inglese e gira video in arabo con il suo smartphone. Mostra la scuola distrutta, quello che resta della sua casa, aggiorna il bilancio dei morti e dei feriti. Alcuni di loro sono suoi amici. Come Salim, che è stato colpito durante un bombardamento e ora sta bene, mentre la sorellina non ce l'ha fatta. Anche il papà di Muhammad è morto, a Idlib, un'altra città siriana vittima dei feroci attacchi di Assad. La sua quotidianità ora è fatta di rifugi sotterranei, senza elettricità né acqua corrente. Le immagini immortalano la normalità di un assedio. "Questi sono i figli di Ghouta, nonostante gli incessanti bombardamenti e la mancanza di cibo e medicine continuiamo a sorridere", scrive sopra a una foto dove si vede lui mentre cucina il pranzo su un fornello improvvisato in quello che probabilmente è il rifugio in cui vive.
Gli appelli "Sappiamo che oramai vi siete stancati delle nostre immagini piene di sangue. Ma noi continueremo a richiamare la vostra attenzione su quello che fanno Assad, Putin e Khamenei. Salvateci prima che sia troppo tardi. Che mondo è, un mondo in cui si può viaggiare su Marte ma non fermare le guerre?" Muhammad chiede un gesto simbolico, un selfie con una mano che copra bocca e naso, "contro l’uso dei gas come arma mortale". Come è successo il 7 Aprile a Douma, dove a essere colpiti sono stati soprattutto i bambini. Tante persone hanno già accolto l'invito su Twitter. Fra loro, anche Roberto Saviano: "E’ un gesto utile per diffondere la consapevolezza di questo crimine". Ma non è il primo appello lanciato dallo youtuber, che ha aperto un account sui vari social proprio da quando sono iniziate a cadere le bombe, per combattere la violenza con le armi che aveva a disposizione. Prima dell'idea della foto simbolica, aveva riunito alcuni bambini di Ghouta per chiedere agli Stati Uniti di fermare le atrocità di Damasco e aveva lanciato l'hashtag #saveghouta.