Scandalo profili, monta la protesta "Faceblock": 24 ore di boicottaggio social
Zuckerberg, il fondatore del social network, dovrà affrontare martedì le commissioni Giustizia e Commercio del Senato Usa. Da lunedì sera un alert avviserà gli utenti coinvolti nello scandalo
Per protestare contro Facebook per il caso Cambridge Analytica, un gruppo di attivisti ha chiesto agli utenti di smettere di usare l'11 aprile, e per 24 ore, Facebook e servizi come WhatsApp, Instagram e Messenger. Intanto il gigante dei social, dopo aver sospeso CubeYou, accusata di aver utilizzato dati raccolti tramite quiz, da lunedì sera avviserà gli utenti interessati dallo scandalo: nel mondo sono 87 milioni, in Italia 214.134.
"Volevamo organizzare un'azione diretta per dare la possibilità agli utenti di dire che vogliono vedere miglioramenti in Facebook - ha spiegato al Guardian, Laura Ullman, portavoce della campagna Faceblock -. Abbiamo scelto il giorno in cui Zuckerberg testimonierà al Congresso Usa perché vogliamo non solo richiamare le responsabilità di Facebook nel gestire la piattaforma ma anche quelle del governo di regolare i monopoli e assicurarsi che le società proteggano i dati".
Gli utenti che vogliono partecipare alla protesta possono usare l'hashtag #faceblock, collegarsi al sito o alla pagina dell'evento (su Facebook e Twitter) e ovviamente non usare Facebook e i suoi servizi per un giorno.
Vip cancellano profili su Fb - Nelle scorse settimane, subito dopo l'esplosione dello scandalo Cambridge Analytica, molti utenti hanno aderito al movimento #deletefacebook, cancellando il proprio profilo dal social network. Tra le defezioni eccellenti il co-fondatore di WhatsApp Brian Acton, il patron di Tesla e Space X Elon Musk e Playboy, che ha cancellato le proprie pagine della piattaforma.
Cofondatore di Apple chiude pagina Facebook - L'ultimo nome eccellente che ha chiuso la propria pagina Facebook è il cofondatore di Apple, Steve Wozniak. Lo scrive il quotidiano Usa Today. Per Wozniak è meglio pagare per un servizio invece di averlo gratis facendo guadagnare denaro al social network attraverso la vendita dei dati. "I profitti di Facebook si basano sulle informazioni degli utenti, ma gli utenti non ricevano nessun profitto indietro. Apple fa soldi grazie a buoni prodotti, non grazie a te. Come hanno detto, con Facebook, il prodotto sei tu", ha concluso il cofondatore di Apple.
Sospesa Cubeyou, analogie Cambridge Analytica - Facebook intanto ha sospeso dalla propria piattaforma Cubeyou, società basata a New York che analizza dati sui consumatori, mentre indaga sull'ipotesi che abbia raccolto informazioni sotto forma di ricerca accademica in collaborazione con l'università di Cambridge, in un caso che evoca lo scandalo di Cambridge Analytica. "Se rifiutano o non superano il nostro controllo, le loro app saranno bandite da Facebook", ha detto alla Cnbc Ime Archibong, vicepresidente Fb per la partnership nei prodotti.
Avvisati gli utenti coinvolti nello scandalo - A partire da lunedì Facebook avviserà gli utenti che sono stati interessati dallo scandalo Cambridge Analytica. Secondo i numeri rilasciati nei giorni scorsi dalla società nel mondo sono 87 milioni, in Italia 214.134. Le persone interessate riceveranno un 'alert' che rimanderà ad un testo di spiegazioni. Potranno anche capire quali dei loro dati sono stati potenzialmente condivisi. Al di là di questo avviso rivolto solo agli utenti interessati dal caso Cambridge Analytica, sempre a partire da lunedì la piattaforma invierà a tutti gli utenti un messaggio che rimanda alle impostazioni delle loro applicazioni. "Gli utenti saranno in grado di rimuovere le app che non vogliono più. Riteniamo che queste modifiche consentiranno di proteggere meglio le informazioni delle persone", ha spiegato nei giorni scorsi Mike Schroepfer, chief technology officer di Facebook.
Zuckerberg ammetterà al Congresso Usa: "Colpa mia" - Intanto emerge che il fondatore e Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ha intenzione di presentarsi in audizione al Congresso Usa sottolineando in primo luogo la sua personale responsabilità negli errori commessi. "E' stato un mio errore e mi scuso. Ho fondato Facebook, lo gestisco e sono responsabile per ciò che vi accade", si legge nella testimonianza di Zuckerberg.
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