ASSEDIO A VIVENDI

Tim, il fondo Elliott continua a salire: ora è all'8,8% del capitale ma con le opzioni sfiora il 14%

E' una scalata quella del fondo americano per dare battaglia a Vivendi (che è primo azionista con il 23,94%)

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Il fondo americano Elliott rafforza la presa su Tim e sale all'8,8%. Il dettaglio degli acquisti è stato comunicato alla Sec, la Consob americana. Intanto dopo Glass Lewis, anche il proxy adviser ISS raccomanda ai soci di Tim di votare a favore della proposta del fondo Elliott di revocare sei consiglieri targati Vivendi e nominare sei suoi amministratori all'assemblea del 24 aprile.

Elliott oltre ad aumentare la partecipazione in azioni ha rivisto le sue opzioni che ora corrispondono a una partecipazione potenziale del 4,93%. Lo si legge anche questo nella documentazione depositata alla Sec. La partecipazione complessiva sale così al 13,73 per cento. La partecipazione del fondo americano in azioni ordinare Tim è costruita attraverso Elliott, Elliott International e Elliott International Capital advisor che complessivamente detengono circa l'8,8% dei diritti di voto in Tim. In particolare il 2,8% è detenuto da Elliott e il 6% da Elliott International. Il fondo ha in portafoglio anche azioni di risparmio pari al 2,8% del capitale di risparmio, corrispondente allo 0,8% del capitale totale di Tim.

Le opzioni invece, che hanno come controparte JpMorgan, sono le cosiddette Call Option con scadenza tra febbraio e giugno 2019 e possono essere regolate in azioni rispettivamente per 240 e 510 milioni di azioni ordinarie. La documentazione della Sec precisa che il prezzo di esercizio delle call option e' di 0,895 euro (le corrispondenti put option hanno invece uno "strike price" di 0,81 euro).

Elliott ha inoltre stilato una presentazione per gli investitori che illustra i suoi obiettivi di cambiamento in azienda. I "punti chiave" elencati dal fondo, che vuole spodestare i soci di controllo francese, includono il fatto che "Tim è posizionata in modo univoco nel mercato italiano e gestisce una straordinaria raccolta di attività che, se gestite correttamente, dovrebbe produrre rendimenti sostanziali e coerenti per il proprio azionariato, migliorando nel contempo un asset infrastrutturale strategico nazionale". Tuttavia, sostiene il fondo, "la cattiva gestione sotto il cda controllato da Vivendi ha avuto come risultato profondo la creazione di problemi di corporate governance, uno sconto della valutazione del titolo e non ha inoltrato alcun chiaro percorso strategico".