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Sergio Castellitto: "I molestatori sono m...e umane, io non lo sono #NotMe"

Il regista e attore interviene sul magazine GQ sul caso molestie e critica le artiste italiane per la poca solidarietà mostrata nei confronti delle vittime

gq-italia

"Rivendico il diritto a essere considerato un uomo perbene, uno che si sforza di essere perbene...", Sergio Castellitto interviene sul caso molestie e sul magazine GQ si dissocia da chi pensa che tutti coloro che lavorano nel cinema siano molestatori: "I predatori sono persone pericolose non solo per quello che fanno alle donne, ma anche perché sono i testimonial di una visione del mondo che sta per passare. Non siamo tutti così, io non sono così, tanti non sono così".

La voce di uomo, di un regista, di un attore il cui hashtag potrebbe essere #NotMe: "I molestatori sono semplicemente merde umane, e va detto: tu sei una merda umana e io non lo sono. Bisogna schierarsi, dire da che parte si sta, e da che parte bisogna stare? Semplice: dalla parte delle vittime. Si sta dalla parte delle donne. Come direbbe Totò: a prescindere. Io sto dalla parte di Asia Argento".
Nella lunga intervista di copertina del numero di aprile del settimanale GQ – che sta per Gentlemen’s Quarterly e che ha per tema, appunto, essere gentiluomini oggi ​Castellitto ribadisce che: "La predatorietà non è un corollario naturale dell’essere maschio: è una scelta criminale. Che tanti uomini non molestano né molesterebbero, e chi molesta non merita alibi. Che esiste una mascolinità sana. Che un uomo può benissimo scegliere di essere, ogni giorno, un gentiluomo".

Il regista e attore constata per con amarezza però che: "Da noi le donne che hanno denunciato non hanno ricevuto molta solidarietà dalle altre donne. In Italia, unico Paese, gran parte del gotha delle artiste è stato molto ambiguo, e questo la dice lunga sul fatto che da noi quello della gestione maschile del potere è un tema molto più grave che altrove. L’ambiente fa quadrato. La reazione dei maschi non mi stupisce: mi ha stupito nelle artiste questo essere d’accordo sulle parole d’ordine da usare per circoscrivere lo scandalo".

E rammenta molte delle frasi di circostanza e delle banalità che sono state dispensate nei confronti di Asia Argento da "Si è sempre libere di andarsene” a “Ti rispetterei se avessi accettato di fare la cameriera invece di subire per convenienza”. O ancora: “Perché hai continuato a frequentarlo?”. Posizioni "disdicevoli e feroci" le definisce Castellitto. "Asia va rispettata perché ci ha messo la faccia, in un racconto che contiene tutte le sfumature della sottomissione, dell’intimidazione, dell’accettazione contro la tua propria natura. Qualcuno l’ha rimproverata: “Perché non l’hai detto prima?”. L’hanno rinfacciato anche alle altre: “Perché non hanno denunciato all’epoca?”, aggiunge e ricorda che la legge in Italia dà sei mesi di tempo per denunciare una violenza, solo tre per una molestia... ".

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