Cambridge Analytica potrebbe aver messo insieme più di 87 milioni di profili Facebook. Lo ha detto Christopher Wylie, ex dipendente della società, precisando che i dati "potrebbero essere immagazzinati in varie parti del mondo, compresa la Russia, visto che il prof che gestiva la raccolta (Aleksandr Kogan, ndr) andava avanti e indietro dalla Gran Bretagna". Con le sue dichiarazioni, la "talpa" Wylie è diventata una delle fonti principali del Datagate.
Le affermazioni di Wylie confermano quanto già dichiarato da Mike Schroepfer, chief technology officer di Facebook, quando aveva annunciato una serie di restrizioni del social network per proteggere meglio i dati personali dei propri utenti.
Wylie ha inoltre riferito che il suo avvocato è stato contattato dalle autorità americane, compresi gli investigatori del Congresso e del Dipartimento di Giustizia, e che intende cooperare con loro.