l'affiliazione passa da internet

"Così l'Isis recluta sul web": la storia di Mido, jihadista che beve e non prega

"Sono tatuato e non ho mai frequentato una moschea. Se l'avessero saputo, mi avrebbero cacciato", racconta il marocchino arrestato a Torino. Era diventato l'amministratore di una chat del Califfato

© ansa

Dal navigare per caso sul canale web "Terroni contro polentoni" all'essere agganciato dallo Stato islamico, diventandone un affiliato senza mai aver frequentato una moschea. E' la parabola di Mouner El Aoual, detto Mido, marocchino di 30 anni arrestato a Torino nell'aprile 2017 con l'accusa di proselitismo a scopo di terrorismo. "Sono tatuato, non prego e bevo. Se loro l'avessero saputo, mi avrebbero cacciato", racconta dal carcere.

La radicalizzazione sul web - La radicalizzazione di Mido è avvenuta su internet quasi per caso. Come ricostruisce La Repubblica basandosi sul verbale di interrogatorio del marocchino, inizialmente si è iscritto al canale Radio Italia per ascoltare musica. Poi ha frequentato il canale denominato "Terroni contro polentoni", dove gli iscritti si insultano con l'unico limite di non bestemmiare. Da un link inviatogli con un filmato del Califfato Mido è finito in una chat in cui si parlava arabo e si reclutavano i nuovi soldati dell'Isis.

Il giuramento per entrare nella chat jihadista - Su Zello, una App che funziona come un walkie talkie tra gli utenti, Mido ha cercato "Stato islamico". "Come risultato - racconta - ho avuto una decina di canali e sono entrato in uno di questi. Appena entrato mi hanno chiesto di recitare il giuramento tipico dei sunniti. Poi, siccome volevano un marocchino come amministratore, lo sono diventato".

Il compito da amministratore - Il compito di Mido era quello di bloccare chi insultava la moglie del Profeta. "Affermavo concetti che volevano sentire e rispondevo sì alle domande che richiedevano una forma di supporto allo Stato islamico", aggiunge Mido che i suoi reclutatori non ha mai visto neppure in faccia. Per lui, così come per gli uomini dell'Fbi che stanno indagando sulla sua storia, sono solo nickname di una chat virtuale.

L'impegno nel redigere un notiziario dell'Isis - Dopo un anno e mezzo che Mido era amministratore della chat, gli è stato chiesto un impegno maggiore: doveva mettere in piedi una sorta di notiziario quotidiano della Jihad ad uso e consumo degli utenti. "Dovevo acquisire notizie, copiarle e trasmetterle su Zello con un eventuale messaggio di 20-30 parole", dice. Questo era il suo compito da affiliato, mentre continua a ripetere di non essere come loro: "Sono stracannato e non ho mai frequentato una moschea. Se l'avessero saputo, mi avrebbero cacciato".