Il nuovo governo dovrà predisporre entro la fine 2018 una manovra di bilancio da almeno 18,5 miliardi di euro per evitare l'aumento dell'Iva, per correggere i conti pubblici e per far fronte a uscite già impegnate. Lo afferma la Cgia secondo la quale, in particolare, bisognerà recuperare 12,4 mld per sterilizzare l'aumento dell'Iva, che diversamente scatterà dal 1 gennaio 2019.
Serviranno poi, sempre secondo la Cgia, altri 3,5 mld che l'Ue ci sta per chiedere, al fine di perseguire il pareggio di bilancio come previsto dal cosiddetto "Six pack" e, infine, altri 2,6 mld per "coprire" una serie di spese non differibili.
La Cgia ricorda che l'aggravio dello 0,4% del nostro rapporto deficit Pil ascrivibile al salvataggio pubblico delle banche venete e del Monte dei Paschi di Siena, non ha alcun impatto sui conti pubblici degli anni a venire in quanto è una misura una tantum relativa al 2017.
"Purtroppo – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - l'entità di questa manovra stride in maniera evidente con le promesse elettorali avanzate nelle settimane scorse da coloro che oggi scalpitano per guidare il Paese. Dopo l’ubriacatura che abbiamo subito leggendo gli effetti positivi dovuti all’applicazione della flat tax, del reddito di cittadinanza o dalla cancellazione della legge Fornero, sarà interessante capire come, in pochi mesi, chi ci governerà recupererà oltre un punto di Pil".