La Difesa ha smentito la notizia di un possibile ritiro delle truppe militari dal Niger e dalla Tunisia. "Non ci sono ipotesi di ritiro del personale militare italiano. La missione si svilupperà in pieno accordo con le autorità locali", ha fatto sapere lo Stato maggiore della Difesa in riferimento al Niger. Per quanto riguarda invece la Tunisia "si tratta di un'iniziativa Nato a cui l'Italia ha dato la propria disponibilità a partecipare e che si svilupperà". Le dichiarazioni sono arrivate dopo che ha cominciato a circolare l'indiscrezione sullo stop alle due missioni militari.
La smentita - "In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa circa la sospensione della missione in Niger - afferma la Difesa - si ribadisce quanto recentemente dichiarato pubblicamente dal capo di stato maggiore, il generale Claudio Graziano, e cioè che stanno proseguendo le attività programmate del nucleo di ricognizione per attività di collegamento e preparazione, di intesa con le Autorità nigerine, e di predisposizione all'approntamento della base italiana in Niger. Non ci sono quindi ipotesi di ritiro del personale militare italiano. La missione si svilupperà in pieno accordo con le Autorità locali". E poi smentisce anche l'eventualità di uno stop alla missione in Tunisia: "Si tratta di una iniziativa Nato di supporto tecnico-militare verso un paese chiave per la sicurezza del fianco Sud, a cui l'Italia ha dato la propria disponibilità a partecipare e che si svilupperà in base alla definizione dei necessari accordi tra il Paese nordafricano e l'Alleanza Atlantica".
L'indiscrezione - Le dichiarazioni dello Stato maggiore della Difesa smentiscono le indiscrezioni, circolate su alcuni organi di stampa, secondo cui le missioni dei soldati italiani in Niger e in Tunisia sarebbero state sospese a causa della mancanza di un accordo con i leader politici locali. Secondo la stessa indiscrezione ci sarebbero 40 soldati italiani già in Niger e il cui destino a questo punto sarebbe incerto. Era circolata anche l'ipotesi di una responsabilità francese nello stop alle missioni, cioè che il governo di Parigi abbia fatto pressioni affinché il nostro paese rimenesse fuori da giochi africani. Anche l'ex capo di Stato Maggiore dell' Aeronautica Militare, Leonardo Tricarico, aveva lasciato un commento sull'atteggiamento francese verso gli italiani per quanto riguarda le missioni in Africa. "In alcuni paesi, Parigi ha un ruolo da operatore dominante e questo spiegherebbe un atteggiamento inizialmente benevolente e favorevole dei governanti nigeriani verso l' Italia, seguito da un voltafaccia recente", ha detto Tricarico al Messaggero.
Le missioni - Per la missione in Niger il Parlamento lo scorso gennaio ha autorizzato una presenza massima di 470 uomini: attualmente sul posto vi sono una quarantina di soldati che stanno preparando il terreno al resto del contingente. Entro giugno dovrebbero arrivare altri 120 militari. La Tunisia rientra invece in una missione Nato a cui l'Italia ha dato l'appoggio con 60 soldati e un contributo di 5 milioni di euro.