storie di moda

Pinko. Quando la moda incontra il pensiero verde!

Il famoso marchio di abbigliamento, in collaborazione con Treedom, accende i riflettori sulla sostenibilità e crea la “Pinko Forest”

di Elena Misericordia

© ufficio-stampa

Pinko, noto brand di abbigliamento fidentino, propone collezioni iperfemminili, dall’anima couture e dal sapore internazionale, rivolgendo sempre particolare attenzione ai dettagli glamour, che impreziosiscono ogni capo, dalla pelle alle borchie, dalle paillettes ai galloni dorati, dalle scritte pop alle stampe animalier, spingendosi sino al mondo underground.
Gli accostamenti audaci di colore si armonizzano con stile al mix&match dei volumi e dei materiali: tulle, jersey, popeline di cotone, jacquard, cashmere, georgette di seta, crêpe de chine, pizzo rébrodé, sangallo, tessuti tecnici, felpe. Le vestibilità over dei maxi pull o dei capospalla destrutturati ben si sposano con abiti slim dalle linee pulite ed essenziali.

Queste le cifre distintive degli outfit Pinko: spirito innovativo e carattere deciso, per donne moderne e sicure di sé, irriverenti, grintose, ironiche e sensuali, sempre pronte ad intercettare i trend del momento e a reinterpretarli con audacia e personalità.
Lo scorso febbraio, in occasione della Milano Fashion Week, è stato presentata una nuova iniziativa a sostegno della riqualifica del nostro ecosistema: “PINKO x Treedom”, in collaborazione con l’unico sito web al mondo che consenta di piantare un albero con un semplice click e di monitorarne la crescita dal pc di casa. Grazie a questo rivoluzionario business model, anche un eschimese in un igloo, un beduino nel deserto o un polinesiano in mezzo al mare possono contribuire con un piccolo gesto al benessere del pianeta!
  
Dietro il nome PINKO, brand affermato a livello internazionale, c’è Pietro Negra, inventore e regista di questo progetto di grande successo in tutto il mondo. Ma chi è Pietro Negra e quali sono le sue origini?
Sono nato a Salsomaggiore, in Emilia. La mia è una terra di grandi artisti, motori e prodotti eccellenti. Da piccolo sognavo di essere un pilota: un sogno che posso dire di avere in parte realizzato e una passione a cui devo, in qualche modo, l’inizio della mia avventura con PINKO. Sono un grande amante dei motori e della velocità, ma anche di tutti gli sport, cosa che rivela la mia innata tendenza all’agonismo. Mi piace darmi in continuazione dei traguardi sfidanti da raggiungere e superare. Questo significa non smettere mai di porsi obiettivi, una cosa al tempo stesso positiva e molto impegnativa. Uno dei valori in cui credo maggiormente è la semplicità, che interpreto come un mezzo, uno strumento con cui approcciare la vita.
 
Dopo brillanti studi in chimica, com’è avvenuto il suo primo ingresso in un mondo così distante come quello della moda?
Negli anni ’70, conclusi gli studi in chimica, ero un semplice studente iscritto alla Facoltà di Fisica con una grande passione per lo sport e per i motori. Frequentavo i box e l'ambiente delle gare e avevo degli amici nella scuderia Ferrari, che un giorno mi chiesero di realizzare delle T-shirt per uno dei loro piloti. La mia reazione fu entusiasta ed immediata: comprai tre macchine da cucire usate e cominciai a produrre T-shirt, prendendoci subito gusto. Nel giro di poco tempo passai dalla produzione di magliette a quella di abbigliamento. Le T-shirt capitarono quasi per gioco e davvero non immaginavo potessero evolvere in quello che oggi è PINKO! Penso che la fisica abbia molte affinità con il mondo della moda. Tutte le sue più grandi scoperte sono avvenute grazie all'intuizione di uno scenario, che solo successivamente è stato dimostrato empiricamente, attraverso esperimenti di laboratorio che potessero avvalorarle. Nella moda funziona in modo simile. L'intuizione nasce dall'osservazione e dall'immaginarsi quali saranno le prossime evoluzioni socioculturali, sia delle persone che dei mercati. Da lì bisogna partire per trasformare le idee in prodotti di valore, che funzionino per il momento in cui vengono proposti.
 
Quando e come è nato il suo brand? Per quale motivo ha scelto di non utilizzare il suo nome per firmare le collezioni che produce? Come mai PINKO?
Erano gli anni ’80, il decennio in cui si è affermato il prêt-à-porter, che si rivolgeva ad una nuova figura di donna: indipendente, emancipata, impegnata e molto decisa ad esprimere se stessa, anche attraverso il modo di vestire. Mia moglie Cristina rappresentava al meglio il nuovo universo femminile e lei per prima avvertiva il bisogno di un prodotto nuovo, che fosse contemporaneamente espressivo, eclettico e di altissima qualità. Fu così che nacque PINKO: da un desiderio e dal sogno di soddisfarlo. Abbiamo sentito il bisogno e la voglia di creare un prodotto che in quel momento non esisteva, qualcosa che fosse veramente innovativo. Il nome che abbiamo scelto, PINKO, esprime un nostro atteggiamento verso la moda, che anticipava il concetto di NO LOGO, diffusosi, di fatto, solo qualche anno dopo. PINKO deriva infatti dall’espressione “pinco pallino” e si distacca dall’idea di legarsi al nome di uno stilista a vantaggio di un prodotto, che corrisponda esattamente ai desideri della donna che lo indosserà.
 
Lo scorso febbraio, in occasione della Milano Fashion Week, nel corso di un cocktail party che ha visto la partecipazione di giornalisti e influencer italiane e internazionali, è stato presentata l’iniziativa “PINKO x Treedom”. In cosa consiste più precisamente? Come è nata questa collaborazione con il famoso sito web e quale sarà l’impegno della sua azienda?
PINKO è un’azienda molto sensibile a tutto quello che riguarda l’innovazione, a 360 gradi, e proprio in questo contesto di informazione e analisi ho avuto modo di scoprire il progetto Treedom, l’unico sito web al mondo che consente all’utente, attraverso un semplice click, di piantare un albero e monitorarne la crescita. Ne sono stato fin da subito molto colpito. Non solo per l’impatto che può avere a livello ambientale, ma anche per il suo potere di sensibilizzare efficacemente le persone. “PINKO x Treedom” è un progetto molto ambizioso: l’obiettivo è quello di dare vita nel 2018 in Kenya alla PINKO Forest, una piantagione di circa diecimila alberi da frutto tra mango, banani, macadamia, ciliegi africani e avocado. La foresta non avrà una ricaduta positiva solo a livello ambientale, ma servirà anche a sostenere la popolazione del luogo, impegnata direttamente nella cura delle piante e nella raccolta dei frutti, con cui potrà soddisfare i bisogni primari della propria comunità e creare una micro-economia locale. Verranno coinvolti quasi 350 contadini su un territorio di 220 ettari, che equivalgono a circa 300 campi da calcio. La foresta sarà in grado di assorbire 4mila tonnellate di anidride carbonica. Per ogni T-shirt “PINKO x Treedom” acquistata, verrà piantato un albero nella PINKO Forest. Siamo molto attenti alla sostenibilità etica e ambientale.

© ufficio-stampa

Sempre nell’ambito di questa visione sostenibile, la vostra sede si presenta come un campus universitario d’avanguardia. Qual è la filosofia che scandisce la vita all’interno dell’azienda?
Il nostro headquarter a Fidenza, inaugurato nel 2008, è stato costruito come una “fabbrica nel verde”: una struttura in acciaio e vetro, integrata con il territorio, che rende possibile un uso efficiente dell’illuminazione e un equilibrio termico ideale, oltre ad essere un ambiente perfetto per lo scambio di idee e per dare stimolo alla creatività. Le aree del parcheggio sono fornite di stazioni di ricarica per auto elettriche, a favore della mobilità ecologica. Abbiamo anche in cantiere un grandissimo parco fotovoltaico adiacente l’azienda, che ci renderà indipendenti a livello energetico. Le mamme hanno il supporto dell’asilo interno, creato per consentire loro un ritmo lavoro-vita privata il più armonico possibile. Inoltre siamo un’azienda pet-friendly, dove gli animali da compagnia sono sempre i benvenuti. Il nostro primo progetto esterno a sostegno della corporate responsibility è stato “PINKO bag for Etiopia”, realizzato cinque anni fa in collaborazione con Marina Spadafora, coordinatrice per l’Italia di “Fashion 4 Developement”, il movimento mondiale per la moda etica e sostenibile. Il progetto “PINKO x Treedom” prosegue, amplia e approfondisce questo impegno.

Qual è il messaggio che PINKO vuole trasmettere attraverso la capsule collection di T-shirt realizzata per sostenere il progetto?
Il messaggio, che abbiamo voluto comunicare anche attraverso l’idea grafica della maglietta, è un invito ad agire, a credere nel potere del pensiero verde e a schierarsi in prima persona a favore dell’ambiente, consapevoli che l’industria della moda è una delle attività più inquinanti al mondo. La T-shirt esclusiva è realizzata in cotone organico italiano e venduta in un packaging eco. La capsule collection è declinata in quattro diversi modelli ed è anche customizzabile con l’inserimento di slogan personali. Il suo design minimale è un vero e proprio manifesto che stimola ad agire, spronando a chiedersi: “Cosa voglio fare? Da dove posso iniziare?”.  Vogliamo trasmettere la nostra convinzione che piccoli gesti quotidiani possano avere un (grande) impatto positivo sul futuro del pianeta. Il nostro claim è: To Grow a Forest, #StartWithATree.
Questo è solo il primo passo di un lungo percorso che compiremo per creare un solido set di valori, che sia altamente rilevante per le giovani generazioni, sempre più attente alle problematiche ambientali. Abbiamo la responsabilità di aiutarle a realizzare il sogno di riportare il mondo in una condizione migliore di quella in cui secoli di incuria lo hanno ridotto.

Come descriverebbe la donna PINKO?
La donna PINKO è una donna che vive il proprio tempo, cavalcandolo. Femminile, ironica, consapevole, intraprendente, informata, impegnata, si pone sempre uno step avanti rispetto agli altri. Esprime pienamente la propria femminilità in ogni contesto, facendo sentire la propria voce. Si distingue per la sua forte personalità, che la conduce ad emergere rispetto agli standard dell’omologazione. La sua passione per la moda traduce il profondo interesse per tutto ciò che rappresenti estro, creatività e bellezza.

E’ corretto parlare oggi, considerando lo spirito che anima le nuove generazioni, di una donna più attenta alle problematiche dell’ambiente e pronta a schierarsi in prima persona a sostegno della riqualifica del nostro pianeta?
Assolutamente sì. Millennials e Generazione Z sono apertamente schierate a favore della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e delle persone, come pure delle diversità. Sono proprio loro ad aver dato nuova spinta al desiderio di cambiamento, assumendo posizioni molto esplicite. Ritengo che questa rinnovata consapevolezza sia stata enormemente sostenuta e facilitata dai social media e dalle moderne piattaforme di comunicazione. Siamo oggi testimoni di una nuova forma di attivismo: positivo, pacifico, inclusivo. Le parole d’ordine sono azione, impegno, coinvolgimento e connessione.

Un’ultima curiosità: chi è Pietro Negra quando non veste i panni del “Signor Pinko”?
Quando non vesto i panni dell’imprenditore, sono una persona che ama i piaceri più autentici, tra cui l’architettura, la musica, ma anche l’immersione nella natura e la buona tavola. La passione per gli sport mi accompagna da tutta la vita e include le bici, le moto e le auto, con cui ho corso fino a qualche mese fa. Tra le cose che più amo fare nel tempo libero ci sono i miei due appuntamenti “sacri” del sabato, a cui non rinuncio mai: le passeggiate per i boschi con la mia cagnolina Cora la mattina e l’aperitivo a Salsomaggiore la sera, quando mi incontro con gli amici di tutta una vita, con cui sono cresciuto e che non hanno nulla a che fare con il mio lavoro.