Per tre anni Fabio e Filippo Galassi, padre e figlio di Roma, sono rimasti in una prigione della Guinea Equatoriale con le accuse di appropriazione indebita, corruzione, truffa, riciclaggio. Accuse totalmente infondate ma nel regime dittatoriale di Teodoro Obiang, presidente della Guinea da 39 anni e soprannominato “il cannibale”, è difficile ottenere un regolare processo. Risolutivo è stato, in questo caso, l’intervento de Le Iene. Dopo aver ricostruito la rocambolesca vicenda che ha portato, nel 2015, all’arresto dei due uomini (dichiaratisi completamente innocenti, e i cui diritti non sono stati rispettati in questi tre anni di reclusione), l’inviata Roberta Rei è riuscita a contattare l’ambasciatrice guineiana in Italia, Cecilia Obono Ndong, nipote del dittatore.
La donna ha sostenuto di non saper nulla della storia ma dopo qualche giorno la famiglia di Fabio e Filippo ha ricevuto una lettera, in cui si comunicava che il governo guineiano concedeva un permesso carcerario di 120 giorni per motivi umanitari. I due sono tornati immediatamente in Italia. “Abbiamo vissuto in uno stato di paura costante - hanno raccontato -. Ora abbiamo paura di essere diventati cattivi, non siamo gli stessi di prima”.
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