Valentina De Santis: "Il mondo dell’ospitalità vuole rendere felici le persone e regalare momenti indimenticabili"
Dna imprenditoriale e un amore infinito per l’hotel di famiglia: Valentina De Santis racconta la sua storia a Tgcom24
Valentina De Santis, appassionata di viaggi, è cresciuta respirando l’aria di casa nel prestigioso Grand Hotel Tremezzo sul lago di Como di cui è oggi Amministratore Delegato.
Valentina De Santis, Amministratore Delegato del Grand Hotel Tremezzo
Valentina, buongiorno. La trovo sul lago di Como, forse il lago italiano più conosciuto nel mondo.
Il lago di Como è un posto magico, di straordinaria bellezza, una bellezza assolutamente intatta anche in questo momento, mentre tutti speriamo che la vita riparta. E’ come se fosse sospeso, in attesa di essere di nuovo ammirato dal mondo. Siamo assolutamente fiduciosi in una stagione di riscatto per il turismo nel nostro Paese. La scorsa estate, come uno dei pochi risvolti positivi della limitazione degli spostamenti dovuti alla pandemia, il lago è stato una destinazione riscoperta e ambita dagli italiani, e dai milanesi in particolare. E’ stata una bella sensazione, lo ammetto, sentire tanti ospiti del nostro Grand Hotel parlare in italiano dopo la riapertura, situazione non usuale per noi data la prevalenza di clientela straniera, soprattutto anglosassone, nelle passate stagioni.
Il Grand Hotel Tremezzo, di proprietà della sua famiglia, ha una storia lunga più di un secolo.
Nel 1910 una coppia di Bellagio, dopo aver completato il mitico Grand Tour delle maestose capitali europee, decise di dare al suo amato lago di Como un Grand Hotel che avesse la stessa allure, la stessa grandiosa ospitalità e il fascino della Belle Epoque che aveva avuto modo di sperimentare nelle più prestigiose strutture alberghiere visitate durante il viaggio. Dopo diversi decenni, negli anni ’70, mio nonno, persona davvero unica e amante del lago e che purtroppo ho conosciuto troppo poco, decise di acquistare questo gioiello dell’hotellerie lariana e concentrò i propri interessi nel settore dell’ospitalità, affiancato e supportato da mia nonna, che, pur essendo di origini piemontesi, decise dopo averlo conosciuto di non allontanarsi mai più da questo posto speciale. Tra loro fu un colpo di fulmine, si sposarono e il lago di Como divenne il posto del cuore, così come lo è di tutta la mia famiglia ancora oggi.
Un cammino già segnato, il suo.
Sono figlia unica di una famiglia di imprenditori. Fin da piccola andavo in ufficio da mio papà e scorrazzavo in giro per l’hotel durante le vacanze estive, spesso facendo domande al personale per cercare di capire di più e meglio cosa accadeva dietro le quinte di questo grande albergo: seguire le orme di mio padre è sempre stato nella mia testa. Dopo la maturità classica, non ho avuto dubbi su come proseguire gli studi: è stato naturale optare per l’università Bocconi, proprio come aveva fatto lui, scegliendo un corso di laurea in Economia per l’Arte, la Cultura e la Comunicazione, un percorso di studi a quell’epoca assolutamente nuovo che coniugava le discipline aziendali con quelle umanistiche e sociali.
Dopo la laurea però ha deciso di fare una esperienza diversa…
Nei due anni di laurea specialistica feci due esperienze importanti negli USA: sei mesi a Minneapolis frequentando un MBA e sei mesi New York per uno stage, due momenti chiave nella mia crescita personale che mi consentirono di acquisire, tra le altre cose, la padronanza della lingua inglese, indispensabile per il mio lavoro. Terminati gli studi decisi tuttavia di non tuffarmi immediatamente nell’azienda di famiglia, ma di affacciarmi al mondo del lavoro e di farmi le ossa da sola. Ebbi la fortuna di essere selezionata dall’ambitissimo team moda e lusso di una delle maggiori società internazionali di consulenza strategica, una esperienza che ha rappresentato una tappa fondamentale del mio percorso professionale. E’ stata una scuola preziosa che mi ha insegnato come lavorare con assoluta passione, affrontando problemi di ogni genere in settori diversi, senza spaventarmi davanti agli ostacoli offrendo dedizione incondizionata come quando, per portare a termine una presentazione, si rimaneva in ufficio anche la notte.
Nel 2010 qualcosa è cambiato.
In occasione del centenario del Grand Hotel Tremezzo, un evento importantissimo e sicuramente unico per la nostra storia imprenditoriale, mio padre mi chiese quale percorso intendessi fare. Nessuna incertezza nel voler finalmente abbracciare ufficialmente il business di famiglia: del resto, dai miei genitori ho assorbito fin da piccola l’amore per gli hotel, e in particolare per il nostro, che da sempre è stato prima di tutto "casa". Non nascondo che questo grande cambiamento non era privo di incognite, ma ho scoperto fin da subito un mondo straordinario di cui mi sono follemente e sempre più innamorata. Un mondo decisamente più strutturato e complesso di come lo immaginassi, ma assolutamente gratificante per chi ama l’ospitalità e l’eccellenza, cifre distintive della mia famiglia.
Che cosa l’ha affascinata di più?
Da sempre sono appassionata di viaggi e, quando in hotel ho deciso di occuparmi di Marketing, Vendite e Comunicazione, ambiti fino a quel momento non ancora molto sviluppati, il mio lavoro mi ha portata ancora una volta a viaggiare moltissimo, aspetto che mi ha fatto amare il nuovo percorso intrapreso ancor di più. Particolarmente stimolante poi è stata la componente di relazione umana e personale, che rappresenta senza dubbio il principale motore di questa industry. Ospitalità e travel hanno fatto nascere molte amicizie alle quali tengo moltissimo e che appartengono alla parte emozionale del mio lavoro, fatta di passione e cuore.
Essere donna ed essere così giovane in un ruolo tanto importante: è stato difficile?
Al contrario: grazie a un imprenditore straordinario come mio padre, essere donna è un punto di forza e non di debolezza nella nostra azienda. Nessuna discriminazione quindi anche in relazione alla mia giovane età: tutto il team mi ha accolto con grande calore ed entusiasmo, vedendo in me una ventata di novità e freschezza. D’altra parte, la nostra è veramente una grande famiglia e il concetto di accoglienza è un valore fondante in ogni suo aspetto, esattamente come quelli di tradizione, storia e di italianità: ci piace offrire ai nostri ospiti il calore di un’ospitalità di famiglia come solo in Italia si può trovare, unitamente al buon cibo, al sorriso e al fascino indiscutibile del nostro Bel Paese.
Anche il suo team è molto “rosa”.
A livello manageriale e operativo lo staff è equilibrato: abbiamo un team fantastico con una forte presenza femminile. Aggiungo che il cuore pulsante della strategia commerciale e marketing è totalmente in mano alle donne, grazie a un team di giovani ragazze eccezionali e appassionate, che hanno imparato ad amare il nostro Grand Hotel e il mondo dell’ospitalità esattamente come me.
Lavoro e famiglia: complicato?
Pur avendo sempre viaggiato molto e non essendomi mai risparmiata sul lavoro, ho sempre fortemente voluto tenere in primo piano la famiglia, valore per me fondamentale e colonna portante della mia vita. Io e mio marito Andrea ci siamo conosciuti tra i banchi dell’università e non ci siamo più lasciati: abbiamo condiviso e tutt’ora condividiamo moltissimo, dal lavoro ai viaggi e adesso abbiamo anche due splendidi bambini, Paolo, cinque anni, e Maria, due. Ovviamente, ho dovuto organizzarmi per bilanciare lavoro e famiglia, e non sempre è stato semplice. Ho ridotto molto i viaggi rispetto ai primi anni, ma ho la fortuna di poter contare con totale fiducia su un team fantastico e so che ogni giorno posso dedicarmi a quello che più amo del mio lavoro.
So che avete un progetto a cui tiene molto.
E’ così. Due anni fa abbiamo acquistato una prestigiosa villa del ’700 affacciata sul lago, che stiamo completamente rinnovando. E’ un progetto ambizioso e sicuramente molto complesso: si tratta di reinventare completamente una dimora storica d’eccezione per poter offrire a pochi e selezionatissimi ospiti un’esperienza assolutamente unica, quella della più nobile ospitalità "di casa" tipica delle grandi ville del lago di Como. Una sfida importante, che con la mia famiglia portiamo avanti ogni giorno con immenso entusiasmo e dedizione curando fino al più piccolo dettaglio, sicuri di creare qualcosa di davvero speciale.
Un suggerimento alle donne a cui piacerebbe farsi strada nel mondo dell’ospitalità?
Il mio primo consiglio è quello di viaggiare, viaggiare il più possibile. Vedere moltissime cose, esplorare culture diverse, conoscere persone, vivere esperienze uniche, collezionare avventure: è il modo migliore per aprire la mente e arricchirsi di un bagaglio inestimabile. In secondo luogo, inviterei sempre a lasciarsi travolgere dall’amore e dalla passione per questo lavoro: è un settore bellissimo sotto ogni aspetto, che ha ogni giorno l’obiettivo di fare felici le persone e regalare momenti indimenticabili. Soprattutto in periodi come questo, direi che non è poco.
SU TGCOM24