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Super Smash Bros.: la rissa reale di Nintendo

Un'enciclopedia di mazzate per il campione d'incassi di Nintendo.

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È cominciato quasi come uno scherzo vent’anni fa e oggi è diventata una delle serie più importanti, attese, discusse e ricche della storia di Nintendo. Quella di Super Smash Bros. è un’idea semplice e al tempo stesso improbabile: mettere assieme i più importanti, riconosciuti e amati tra i personaggi di Nintendo… e lasciare che se le diano di santa ragione.

Il concetto stesso di spin-off applicato ai videogiochi va probabilmente ricondotto ai laboratori dell’etichetta di Kyoto, che con Super Mario Kart nel 1992 si è accorta di quanto fosse amato il suo idraulico dal folto baffo e dal pronto guscio. Eppure è la stessa Nintendo a cercare di muoversi sempre con estremo rigore, ordine e rispetto per il suo materiale. Raramente si è lasciata andare a insalatoni videoludici che mettessero assieme questo e quel mondo, questo e quell’eroe, questi e mille altri power-up o suggestioni assortite. Ognuno rimane a casa sua, per quanto possibile. Poi, però, c’è per l’appunto l’impossibile di Super Smash Bros.

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La serie è nata nel 1999 in Giappone, ovviamente, sotto la cura dello storico team di HAL Laboratories (quelli di Kirby, tra le altre cose) e di Masahiro Sakurai, che poi avrebbe diretto ogni singolo capitolo. L’idea: mettere assieme dodici eroi per dare vita al primo picchiaduro dell’era contemporanea di Nintendo. Due concetti piuttosto aggressivi se paragonati alla storia e al modo di fare del colosso dei videogiochi: Mario che prende a pugni qualcuno di diverso da Bowser? Luigi che si lancia con un calcio volante in piena fronte verso Link, l’eroe della leggenda di Zelda? Come potrebbe mai funzionare?

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In effetti le regole d’ingaggio variano lievemente rispetto ai canoni del genere, perlomeno a quelli riconosciuti in quel momento. Quello che non può cambiare è che i lottatori sono tali, quindi continuano a scambiarsi calci, pugni e proiezioni nel tentativo di risultate i vincitori. La differenza sta nei modi: non ci sono barre di energia da svuotare, ma avversari da lanciare fuori dall’ambiente di gioco. Più si subiscono colpi e più sale un’indicatore in percentuale che segnala la possibilità di essere sparati con un sol colpo verso i sette cieli.

Ma radicalmente differente è soprattutto il sistema di controllo e di movimento, con Samus Aran, Donkey Kong o Pikachu che si muovono come se fossero all’interno di un classico gioco d’azione: si salta, ci si accuccia, si girano le spalle agli avversari, ci sono svariate piattaforme e strutture su cui arrampicarsi e tutte da sfruttare… Insomma, una bella confusione. Perché Smash Bros. era ed è rimasto un gioco apparentemente illeggibile e caotico: tanti personaggi su schermo (all’inizio quattro, uno per ogni partecipante, ma si arriverà fino a otto), decine di potenziamenti assurdi, bonus esplosivi e super mosse che incendiano ogni centimetro del palcoscenico e gente che viene lanciata da una parte all’altra dello schermo.

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Super Smash Bros., invece, è un gioco dalla profondità rara e dai meccanismi perfettamente oliati (tanto da averlo reso il portabandiera di Nintendo nel mondo degli eSport). Negli anni l’elenco dei combattenti si è ovviamente arricchito, arrivando ai quasi 60 dell’ultima edizione per Wii U e Nintendo 3DS. Ognuno deve essere soppesato attraverso i suoi pro e i suoi contro, per non andare a rappresentare una scelta troppo facile per chi cerca la vittoria o assolutamente infelice considerato qualche problema di bilanciamento. Che tendenzialmente non c’è, perché Sakurai e la sua squadra espandono, rifiniscono, cambiano, sperimentano, per dare vita a un’apocalisse controllata, sempre altamente spettacolare.

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Con questa saga Nintendo non ha solo dato vita all’ennesimo franchise di successo, ma ha anche trasformato i suoi eroi in super eroi. Ha soddisfatto quella curiosità tipica di manga e comics del “chi è più forte tra”, Superman contro Batman, Godzilla contro Ultraman e quindi anche Pitt di Kid Icarus contro Bowser di Super Mario. Non solo: negli anni il gioco si è tramutato in un’immensa enciclopedia dell’universo di Nintendo, con schede e approfondimenti su ogni personaggio e saga, con curiosità e mille rimandi più o meno oscuri alle storie dei vari protagonisti e dei tanti gregari.

Smash Bros. ha saputo attirare le attenzioni anche degli altri grandi. Negli anni ha ospitato Sonic the Hedgehog e Snake di Metal Gear Solid, Pac-Man e Bayonetta, Mega Man e Ryu. La serie tornerà nel 2018 su Switch, unendo per la prima volta l’eventuale capitolo portatile e quello da salotto. Con decine di milioni di copie vendute, rappresenta l’unico altro nome che può giocarsela alla pari con Super Mario o Zelda se si parla del campionato al botteghino. Si tratterà senza alcun dubbio dell’uscita più importante per Switch in questo 2018 (se non interverrà qualche ritardo), ora tutti i fan attendono solo di sapere i tanti nomi che andranno a riempirne le fila.

 

 

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