"Ci stiamo preparando alle consultazioni con il presidente della Repubblica. Prima di presentarci al Quirinale, abbiamo invitato i capigruppo delle altre forze politiche al confronto per sapere se ci sono convergenze, e ce ne sono, sia a destra che a sinistra". Lo ha detto Luigi Di Maio del M5S, aggiungendo però che il Movimento non ha trovato la sponda del Pd. "La strada è tracciata. La settimana prossima sarà importantissima", ha aggiunto.
La giornata vede quindi M5s, Lega e FI fare un piccolo passo avanti con gli incontri tra i capigruppo sul programma, ai quali partecipa anche Leu. Ma nonostante i giudizi positivi che arrivano dai partecipanti non manca lo scontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Il rapporto a doppio binario tra Lega e M5s - La guerra di posizione in superficie, il filo del dialogo sottotraccia si conferma essere il doppio binario che porterà M5s e Lega al vertice tra Di Maio e Salvini e alle consultazioni al Colle, nonostante l'asse tra i due partiti sia riemerso sull'elezione a Riccardo Fraccaro come questore anziano. Un'asse che potrebbe registrarsi anche sul Def. I nodi, al momento, restano, a partire dalla premiership, rivendicata da Di Maio e alla quale Salvini non ha alcuna intenzione di rinunciare ponendosi a capo della coalizione più votata, quella di centrodestra.
Lo scontro sul reddito di cittadinanza - E' il primo a lanciare il sasso rilanciando il tweet di un'intervista in cui il Dem Michele Anzaldi è durissimo sul reddito di cittadinanza, bollandolo come "mera propaganda non mantenuta". Il ritweet di Salvini spiazza un po' il M5s. Di Maio riunisce i suoi a pranzo per fare il punto e Alfonso Bonafede precisa che il reddito di cittadinanza è una misura diversa da quello universale, al momento non percorribile. "Lo sanno tutti tranne Anzaldi, e il reddito di cittadinanza si farà", spiega il deputato M5s.
Abolizione della legge Fornero e flat tax - Tra i poco più di dieci punti che i capigruppo M5s Danilo Toninelli e Giulia Grillo propongono a FI e Lega, assicurano nel Movimento, c'è anche il reddito di cittadinanza, sebbene declinato semanticamente in altro modo. Sostegno ai poveri e alle famiglie, tagli alle tasse alle imprese e abolizione della Fornero sono tra i temi citati nei colloqui. E Toninelli, poco dopo, apre anche sulla flat tax, "se è costituzionale e include i poveri".
Lo scontro Di Maio-Salvini sulla premiership - I nodi politici restano tuttavia intatti. "A Di Maio premier non possiamo rinunciare, meglio tornare al voto. Di Maio è una garanzia politica per il nostro elettorato", è il refrain che filtra ancora dal M5s che pone un veto insormontabile anche sull'ipotesi di un incontro tra Di Maio e Silvio Berlusconi. E che Di Maio, al suo ultimo mandato, non voglia rinunciare a guidare il governo lo mette nero su bianco lo stesso leader del M5s. "Parlano i numeri. Basta premier non votati da nessuno o ancora peggio premier che hanno perso", afferma sul blog, escludendo l'ipotesi di una figura terza a Palazzo Chigi. "Siamo disposti al dialogo ma non saremo subalterni a nessuno, la coalizione di centrodestra è la più votata", replica a stretto giro Salvini.
Uno scontro, quello tra i due leader, che fotografa lo stallo attuale ma che, appunto, non significa rottura. "I due si vedranno, bisogna capire come arrivarci", spiegano dal M5s in vista del vertice, che potrebbe avvenire tra martedì e mercoledì.
In realtà il filo del dialogo non si è mai spezzato. "Stanno facendo come i gamberi, un passo avanti e due dietro", spiega un esponente del MSs mentre chi era presente al pranzo con Di Maio predica prudenza: "nessuno vuol tornare al voto, bisognerà attendere almeno tre settimane". Bisognerà attendere al meno un paio di giri di consultazioni, poi i nodi verranno al pettine. Anche perché incombe il "test Def", sul quale lo scontro sembra smussarsi. "Se ci sarà una risoluzione unitaria ci sarà il governo", è l'auspicio del M5s.