Empires Apart - La recensione
Sei civiltà prese da diversi periodi storici si danno battaglia per la supremazia finale
Empires Apart rappresenta, a modo suo, la realizzazione delle fantasie che quasi tutti abbiamo avuto da bambini. Chi avrebbe vinto tra un cavaliere e un samurai? Cosa sarebbe successo alla cavalleria francese di fronte alle tattiche dell’impero cinese? Si tratta di domande a cui si avrà una risposta, naturalmente fittizia, grazie a questo gioco prodotto dai ragazzi italiani di DESTINYbit.
Il gioco è un esponente di quelli che vengono normalmente definiti come
strategici in tempo reale, con una visuale dall’alto che permette di avere una visione d’insieme del campo di battaglia. Il compito del giocatore è guidare la propria fazione, scelta tra Bizantini, Francesi, Cinesi, Arabi, Aztechi o Mongoli alla vittoria in battaglie che possono avere fino a un totale di otto partecipanti. Devono essere gestite fasi come la raccolta di risorse, la costruzione di strutture necessarie allo sviluppo della propria civiltà (come campi di grano da coltivare o abitazioni), e naturalmente
soldati per poter conquistare i propri avversari.
Ognuno dei sei possibili gruppi è ben caratterizzato e
molto differente rispetto gli altri. I Francesi rappresentano la tipica cultura europea, basano molta della propria forza sullo sviluppo di una città forte e sullo sviluppo di potenti unità una volta che il livello tecnologico è avanzato. Altri imperi, come ad esempio i Mongoli, si basano invece sulla propria rapidità di movimento e sulla flessibilità. I Mongoli stessi possono addirittura spostare le loro strutture e ogni unità è a cavallo, cosa che naturalmente li rende molto veloci e dinamici negli spostamenti, ma anche vulnerabili a unità nemiche che usano lance o alabarde. Alla fine si tratta tutto di trovare una civiltà compatibile con lo stile di gioco preferito e con il tempo si impara a svilupparne i lati di forza e coprire le eventuali debolezze.
La scelta di creare fazioni tanto diverse tra loro è coraggiosa. L’impressione iniziale che si potrebbe avere è che queste siano sbilanciate, ma in realtà
sono pensate tutte per sposarsi con un particolare stile di gioco. Un giocatore riflessivo che tende a pianificare bene lo sviluppo della propria civiltà potrebbe magari trovarsi male a gestire un impero aggressivo e basato sulla conquista rapida, e al tempo stesso chi ama riversare ondate infinite di unità contro i propri nemici potrebbe scoprire che i Cinesi ad esempio non sono adatti.
Una partita tipica si svolge scegliendo dapprima la civiltà preferita, poi
il leader. La scelta del regnante non è secondaria perché vi è molta differenza tra i tipi di bonus che può dare un guerriero eroico come
Giovanna D’Arco rispetto a uno stratega/governatore qual è stato
Zhuge Liang. Si potrebbe pensare che un generale sia automaticamente una scelta migliore considerando che nel gioco si è in guerra, ma un bravo governatore permette spesso e volentieri di acquisire più risorse e avere eserciti di conseguenza molto più grandi. Fatte le scelte preliminari ci si ritrova sul campo di battaglia dove le prime mosse devono essere necessariamente dedicate alla raccolta di risorse e all’esplorazione. Da qui in poi in realtà tutto cambia a seconda della civiltà scelta. Come già accennato
ognuna di esse ha un proprio stile di gioco unico e se con una di esse può pagare essere aggressivi e attaccare il prima possibile, con altre adottare la medesima strategia sarebbe un suicidio.
Va da sé, anche guardando le immagini, che Empires Apart
non è un gioco che fa della grafica il suo punto di forza. È più adatto a chi cerca di sfidare le proprie capacità strategiche e se qualcuno ha giocato molti anni fa a giochi come Age of Empires, Command&Conquer o Warcraft riconoscerà certamente lo stile di gioco. Il vantaggio più grande di un simile stile grafico, comunque, è che permette a Empires Apart di girare su qualsiasi computer, anche quelli non esplicitamente da gioco. Basta infatti avere un processore i5 e una scheda video anche solo di cinque generazioni fa per poter giocare senza problemi.
Un’ultima cosa, ma comunque molto importante, da tenere presente prima dell’acquisto di Empires Apart è che si tratta di
un titolo pensato per essere giocato soprattutto online. La maggior parte delle sue modalità di gioco danno infatti il loro meglio quando a prenderne parte sono giocatori in carne ed ossa. Se non ha modo di giocare online, o semplicemente si preferisce giocare in giocatore singolo per qualsiasi motivo, si possono comunque affrontare
battaglie tra fazioni e c’è anche
una modalità sopravvivenza in cui si deve cercare di sopravvivere il più a lungo possibile. Bisogna però tenere presente che non c’è una campagna o una storia a tenere insieme le varie battaglie.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a Empires Apart grazie a un codice fornito dagli sviluppatori. Durante la prova sono state testate tutte le fazioni e le varie modalità di gioco, principalmente la "skirmish" che mette varie civiltà le une contro le altre. Le possibilità di disputare partite online sono state ridotte, ma quelle che è stato possibile affrontare hanno mostrato un codice molto stabile e l’opzione di cambiare gli obiettivi della partita (ad esempio cambiando l’obiettivo dallo sterminio della civiltà all’assassinio dell’eroe nemico) è qualcosa che certamente migliora la longevità del titolo.
Può piacere a chi…
… ama la storia
… fantastica su scenari ipotetici tra antichi imperi
… vuole mettere alla prova la propria arguzia strategica
Potrebbe deludere chi…
… cerca una storia che accompagni le missioni
… ama i giochi d’azione
… preferisce giochi graficamente più ricchi
Empires Apart è adatto ai videogiocatori di tutte le età.
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