Due operai sono morti e un terzo è rimasto ferito dopo un'esplosione in un serbatoio nel porto industriale di Livorno. L'incidente è avvenuto mentre gli operai stavano effettuando lavori di manutenzione: il serbatoio era prima stato svuotato. La zona nel deposito di oli combustibili è stata completamente evacuata. Uno dei due addetti rimasti uccisi, Nunzio Viola, aveva 53 anni; l'altro, Lorenzo Mazzoni, 25.
Nella zona, all'interno del deposito costiero Neri, non si è sviluppato alcun incendio. Il serbatoio, che conteneva acetato di etile, si è inclinato per la violenza dell'esplosione.
Uno dei due operai, investito in pieno dalla deflagrazione, è morto sul colpo. L'altro era ancora in vita all'arrivo degli uomini del 118, ma i tentativi di rianimarlo sono stati vani: è morto durante il trasporto in ambulanza. I due operai, dipendenti della Labromare di Livorno, stavano lavorando all'esterno del serbatoio. La ditta per cui lavoravano è specializzata in bonifiche ambientali. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per mettere in sicurezza la zona.
Fascicolo per disastro colposo - La Procura di Livorno ha aperto un fascicolo per disastro colposo, al momento a carico di ignoti. Secondo una prima ipotesi, l'esplosione potrebbe essere stata causata da una sacca di gas formatasi all'interno della cisterna stessa.
Il sindaco Nogarin: "Tragedia immane" - Appena informato della tragedia, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin è partito da Firenze, dove si trovava per impegni istituzionali, per rientrare in città e andare sul luogo dell'esplosione. "Siamo di fronte a una tragedia immane", ha detto, esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime. Il primo cittadino di Livorno ha poi aggiunto che "più forte del dolore, in questo momento, è soltanto la rabbia, perché tutto questo è inaccettabile" e "a tutti i lavoratori, in particolare a quelli che operano in ambiente portuale, la politica deve garantire costantemente la massima sicurezza e non le vuote chiacchiere".
Le autorità: "Basta stragi sul lavoro, più sicurezza" - Di un "giorno orribile per il lavoro in Toscana" e di una "mattanza di lavoratori, frutto di lassismo e non di fatalità" ha parlato il presidente della Regione Enrico Rossi, dopo essersi precipitato a Livorno. Rossi ha ricordato anche gli incidenti sul lavoro che si sono verificati, quasi contemporaneamente, a Massa, dove un operaio ha riportato gravi ustioni nell'esplosione della fabbrica in cui lavorava, a Terranuova Bracciolini (Arezzo), dove un altro operaio ha subito un violento trauma commotivo al volto mentre si trovava in una discarica, e a Massa Marittima (Grosseto), dove ha perso la vita un uomo di 82 anni schiacciato dal trattore che stava conducendo nel suo campo.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha sentito Nogarin esprimendo il suo cordoglio per la morte di due operai. E cordoglio ai familiari delle vittime è arrivato da gran parte del mondo politico e sindacale. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha affermato che "è inaccettabile che si possa morire sul lavoro" e "la morte di questi due lavoratori è, ancora una volta, un monito drammatico a rafforzare la consapevolezza di tutti che bisogna fare sempre di più per la prevenzione e per assicurare un controllo costante del rispetto delle norme di sicurezza".
Secondo Franco Martini, segretario confederale della Cgil, "non possiamo non rilanciare l'allarme e la denuncia per la preoccupante inversione di tendenza sul versante della sicurezza nei luoghi di lavoro, che si registra ormai da alcuni mesi. È tempo che tutti, a partire dalle istituzioni, facciano la loro parte". Per il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, "gli incidenti si ripetono e drammaticamente si somigliano" e "non è più possibile che tutto ciò accada con drammatica frequenza. Le leggi ci sono, vanno applicate".
Mercoledì sciopero di solidarietà - I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per giovedì uno sciopero di 8 ore. Inserata prevista una fiaccolata per le vie del centro di Livorno.