Un itinerario primaverile di tutto relax, fra natura e buon gusto nell'Oltrepò Pavese. Conosciuto anche come "Vecchio Piemonte", è un cuneo di territorio lombardo stretto tra l'Emilia, il Piemonte e la Liguria, al confine delle province di Alessandria e Piacenza. I suoi 68 comuni custodiscono un ricco patrimonio storico, artistico e culturale soprattutto con i suggestivi borghi medioevali, le torri e i castelli. Nei vigneti di queste colline nascono vini dai nomi famosi e di indiscusso pregio.
Diviso dal resto della provincia di Pavia dal Po, l’Oltrepò si estende per circa 1100 kmq, dei quali un terzo sono di pianura e i due terzi restanti ripartiti fra collina e montagna con una piacevole varietà di paesaggi. La zona collinare non supera i 300 metri di altitudine: grazie al suo clima, abbastanza asciutto d’inverno e ventilato d’estate, è una zona da sempre vocata alla viticoltura. Il nostro itinerario si snoda per circa 60 km, da Broni a Varzi.
Partenza dunque da Broni, dove nella suggestiva cascina di Cassino Po ha sede l’Enoteca Regionale della Lombardia. Inaugurata nel 2015, è oggi polo agroalimentare d'eccellenza, vetrina prestigiosa per il territorio e riferimento per il settore enogastronomico di livello grazie alla qualità dei suoi prodotti, alla varietà dei suoi servizi e degli eventi che vi si svolgono.
Proseguendo verso Voghera si incontrano le dolci colline di Casteggio, dove in corrispondenza del 45° parallelo del vino sorge Prime Alture Wine Resort, nata nel 2006 da un progetto di Roberto Lechiancole, sintesi perfetta tra passione per il vino ed accoglienza, oggi unico esempio di azienda vitivinicola associata a struttura ricettiva di alta qualità presente in Oltrepò Pavese. Una vera e propria oasi del soggiorno agreste, dove è possibile pernottare e rilassarsi; 8 camere, mini Spa privata e ampia piscina esterna incastonata tra declivi di vigneti, ma anche mangiare nel ristorante panoramico ricavato da un antico fienile o degustare i vini di produzione nella speciale sala dedicata con vista sulla barricaia. E’ da un sapiente mix tra incessante impegno e passione, coesione tra persone in armonia tra loro e con la terra, che nascono i vini di Prime Alture, come il Pinot Noir ‘CentoperCento’ e il Metodo Classico ‘Io per Te’. Roberto Lechiancole, è anche il presidente dell’Associazione della Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese, unica associazione turistica sul territorio oltrepadano riconosciuta da Regione Lombardia, attraverso la Federazione delle Strade dei Sapori Lombarde. Nata nel 2001, si impegna da quasi vent'anni nella promozione del comparto turistico e nella valorizzazione dell'agroalimentare locale, con particolare riguardo alle filiere più tipiche. Fra le principali attività la realizzazione di pubblicazioni mirate alla promozione del territorio come la guida ‘Guidando con Gusto’, vero e proprio racconto del territorio narrato in sei itinerari.
Oltre Casteggio proseguendo verso Voghera si arriva a Torrazza Coste dove, nella splendida sede di Riccagioia ha sede il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, nel comune di Torrazza Coste, e sua missione è la tutela e promozione di una delle prime cinque storiche Denominazioni d’Italia per numero di ettari vitati, 13.500 totali che corrispondono al 50% della produzione di Lombardia. Sulle colline oltrepadane i vitigni più rappresentativi sono: Croatina, Barbera, Pinot Nero, Riesling e Moscato. Oltre alla produzione di vino che caratterizza in modo identificativo il territorio, in una terra come questa vocata all’agricoltura, ecco altri pregiati prodotti, come il Salame di Varzi DOP e i salumi in genere (coppe, pancette, cotechini), il peperone di Voghera e la frutta della Valle Staffora. Il peperone di Voghera produzione di nicchia disponibile solo sui mercati locali e nei ristoranti della zona, si distingue per il colore verde chiaro, la polpa sottile e la croccantezza, unite ad un gusto dolce con una leggera nota piccante sul finale. Ideale crudo in fresche insalate, adatto a conserve sott'aceto, cucinato con cipolle accompagna i bolliti ed è il principale ingrediente del Risotto alla Vogherese. Per tutelarlo, è nata nel 2008 l’Associazione Tutela e Valorizzazione Peperone di Voghera. Superata Voghera proseguendo verso sud si entra nella Valle Staffora che si allunga fino a Varzi.
Qui si può fare una sosta a tutto relax a Rivanazzano Terme, uno dei comuni più dinamici dell’Oltrepò che negli ultimi anni ha conosciuto un notevole sviluppo tanto da essere riconosciuta come méta turistica. Il sottosuolo custodisce sorgenti di acque salso-bromo-iodiche e sulfuree, dalle proprietà terapeutiche e curative. La fortunata posizione della città, ai piedi della collina, lungo il torrente Staffora, garantisce un microclima ventilato e asciutto ideale per soggiorni, anche brevi, di villeggiatura.
Percorrendo la S.S. 416 del Penice da Rivanazzano a Varzi, i vigneti lasciano spazio a diverse coltivazioni di frutta. Bagnaria è la Città della Frutta per eccellenza dell'Oltrepò Pavese: vi ha sede il Consorzio della Frutta della Valle Staffora e durante l’anno si svolgono manifestazioni legate alla stagionalità di ciliegie, mele e pere. In questi ultimi anni si sta lavorando sul recupero di particolari tipologie di alberi da frutto tra cui la “Pomella Genovese” che fino agli anni '70 era la varietà più coltivata. Un progetto legato alla biodiversità ha di recente portato all'impianto di questa varietà che sta ritornando ad essere un frutto apprezzato proprio per la sua originalità territoriale.
Da qui è possibile una piacevole deviazione verso la Val Nizza per una visita all’Eremo di Sant'Alberto di Butrio, un’oasi di pace dove la fede, l’arte e la storia nobilitano l’incanto di una regione ancora inviolata dell’Appennino vogherese. L’eremo sorge a 687 m. su uno sperone calcareo che emerge dal fondo valle entro una verde chiostra montana. Solo il versante a nord è arido e brullo con striature di pietrisco e una stentata vegetazione di arbusti. Su un costone roccioso, situato a sud-est dell’eremo, torreggiava, verso il secolo X l’antico castello che diede il nome al paese e andò presto in rovina. Attorno ai muri grezzi della chiesa e del convento, dominati dalla torre quadrata e da un campaniletto disadorno, non ci sono abitazioni.
Poco oltre, a Zavattarello, sorge il Castello dal Verme. Completamente costruito in pietra, con uno spessore murario fino a 4 metri, è un formidabile complesso architettonico medievale che ha resistito a numerosi assedi. Questa fortezza inespugnabile deve il suo nome alla famiglia Dal Verme che per ben sei secoli ha segnato la storia del castello. Dalla terrazza e dalla torre si gode un panorama mozzafiato del territorio circostante: le verdi campagne, i freschi boschi, le colline con gli altri castelli della zona - Montalto Pavese, Valverde, Torre degli Alberi, Pietragavina. L'imponente rocca sovrasta il borgo medievale abbarbicato sulla collina, un tempo priva di vegetazione per consentire ai difensori del maniero di avvistare facilmente il nemico. Oggi invece il verde che attornia il castello è un'area protetta, un parco di circa 79 ettari in cui si possono scoprire angoli fiabeschi. Oggi il castello medievale interamente restaurato è visitabile e location ideale per eventi, mostre, cerimonie, conferenze.
Infine si raggiunge il borgo medievale di Varzi, “perla dell’Oltrepò Pavese”, con le sue due porte d’ingresso – Sottana e Soprana – che portano alle case di pietra collegate da stretti vicoli lastricati e lunghi e bassi portici. Nella parte bassa del paese si trova quella che oggi è conosciuta come la Chiesa dei Cappuccini, ovvero l’antica Pieve di San Germano le cui origini risalgono al V secolo, più volte rimaneggiata e con pregevole affresco quattrocentesco solo recentemente riportato alla luce. Prodotto simbolo di questa terra è il SALAME DI VARZI D.O.P, frutto di una cultura contadina, arrivato fino ai giorni nostri grazie a una tradizione tramandata nei secoli e ancora oggi preparato seguendo l’antica ricetta. Il territorio, la Valle Staffora, caratterizzato da colline e rilievi montuosi ricchi di vegetazione e l’abbondante presenza di querce, castagni e faggi hanno costantemente garantito un nutrimento per i suini, allevati per secoli. A questo si accompagna un clima ottimale, generato dal connubio tra la brezza marina proveniente dal Mar Ligure e le fresche correnti che soffiano nella Valle Staffora, ideale per la produzione e la stagionatura degli insaccati. La qualità del salame di Varzi deriva dalla scelta di tutti i tagli del maiale (coscia, spalla, lonza, coppa e filetto, oltre a guanciale e pancetta per il grasso) e dal dosaggio ottimale degli ingredienti secondo le proporzioni stabilite dallo storico disciplinare.
Maggiori informazioni: www.oltrepopavese.com