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Cosenza, avvelenati 15 cani randagi

Come ha denunciato l'associazione animalista Oipa, le esche sarebbero state distribuite sul territorio di Santa Sofia e anche in spazi privati

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Un'altra strage di cani randagi dopo quella di Sciacca (Agrigento). Stavolta gli episodi denunciati arrivano da Santa Sofia di Epiro (Cosenza). E' l'Oipa di Cosenza a dare notizia in un post pubblico su Facebook degli animali, almeno 15, uccisi con esche avvelenate sparse in aree pubbliche e private. "E' stata fatta denuncia presso gli organi competenti - si legge nel comunicato - per reato penale in materia di uccisione di animali". E viene lanciato un appello al sindaco: "Si richiede al primo cittadino di attuare tutte le necessarie attività legate alla presenza di bocconi avvelenati".

A caccia del responsabile I cani avvelenati a Santa Sofia erano accuditi da due volontari all'interno di una proprietà privata. L'Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), che ha denunciato l'accaduto, fa presente che "saranno attuate tutte le procedure legali, oltre alle azioni di indagine delle guardie zoologiche, tali da assicurare il colpevole alla giustizia. Si chiede ai cittadini del comune di Santa Sofia di voler riferire e informare qualsiasi situazione utile alle indagini".

Della vicenda si stanno occupando i carabinieri. In 40 giorni arriveranno i risultati degli esami tossicologici effettuati dall'istituto di zooprofilassi di Cosenza per accertare che tipo di veleno è stato utilizzato per la strage di cani.

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