PARLA IL SOSTITUTO PROCURATORE

Regeni, il pm Zucca: "Chiediamo i torturatori allʼEgitto? I nostri sono ai vertici della polizia"

Il magistrato, tra i giudici del processo Diaz, ha parlato del caso del ricercatore friulano con un riferimento a ciò che accadde durante il G8 di Genova

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"I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all'Egitto di consegnarci i loro torturatori?". Lo ha detto il sostituto procuratore della Corte di Appello, Enrico Zucca, parlando del caso Regeni con un riferimento a ciò che accadde durante il G8 di Genova. Il magistrato, tra i giudici del processo Diaz, ha poi aggiunto: "Lo sforzo che chiediamo a un Paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper fare".

Già in passato Zucca aveva più volte duramente criticato l'operato della polizia riferendosi ai fatti di Genova. In particolare, in un dibattito pubblico aveva parlato di una "totale rimozione" delle vicende del G8 e del rifiuto per anni da parte della polizia italiana, diversamente da quella straniere, di "leggere se stessa" per "evitare il ripetersi" di errori.

Immediata era stata la reazione dell'allora capo della polizia Alessandro Pansa che, d'intesa col ministro Gioacchino Alfano, aveva lamentato la lesione dell'onorabilità degli agenti, chiedendo al Guardasigilli Orlando l'avvio di un'azione disciplinare nei confronti di Zucca. Magistratura Democratica e la giunta dell'Anm si erano schierate in difesa del pm ("a tutela" del quale era stata anche chiesta l'apertura di una pratica al Csm), sottolineando come il suo ragionamento non avesse inteso mettere in discussione l'onorabilità della polizia.

Ministero Giustizia acquisirà dichiarazioni Zucca - Il ministero della Giustizia acquisirà gli atti relativi alle dichiarazioni del sostituto procuratore della corte d'Appello di Genova. Via Arenula, sempre secondo quanto si apprende, acquisirà sia gli atti cartacei che, se disponibili, video.

I genitori di Giulio: "Siamo stati abbandonati" - "Ho fiducia nella legge, negli avvocati bravi e nella stampa buona e abbiamo tanta solidarietà dai social. Ci aspettavamo di più da chi ci governa: dal 14 agosto quando il premier Gentiloni ci ha annunciato che l'ambasciatore tornava in Egitto, siamo stati abbandonati". Lo ha detto Paola Regeni, madre di Giulio, aggiungendo: "Combattiamo per Giulio, ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili a quelle che lui ha vissuto".