"Lo Stato ha abbandonato mio padre. Mio padre aveva una scorta fino a pochi mesi prima di essere ucciso". Lo ha detto Lorenzo Biagi, a margine del ricordo del padre Marco, nell'anniversario del suo omicidio da parte delle nuove Brigate Rosse a Bologna. "Essendo una persona molto credente, non provo odio per gli assassini di mio padre, però ovviamente non li perdono neanche perché mio padre non l'ho più e questo rimarrà così per sempre", ha aggiunto.
Scritte contro Biagi sui muri dell'università - "Marco Biagi non pedala più, onore a Mario Galesi, onore ai compagni combattenti". Sono alcune delle scritte comparse, in occasione del 16esimo anniversario dell'uccisione del giuslavorista Marco Biagi da parte delle nuove Brigate rosse sui muri della facoltà di Economia di Modena, dove insegnava.
Scritte contro Biagi: si indagherà per apologia terrorismo - La Digos trasmetterà in tempi strettissimi alla Procura di Modena un informativa contro ignoti. Il reato potrebbe essere quello previsto dall'articolo 414 del codice penale: apologia di reato finalizzata a reati di terrorismo". Lo ha detto il procuratore di Modena Lucia Musti, a proposito delle scritte contro Marco Biagi. "In questo caso - ha spiegato - la competenza è della Procura distrettuale antiterrorismo di Bologna".
Lorenzo Biagi ha ricordato poi il giorno dell'omicidio del padre: "Quella sera io ero appena tornato a casa da una gita di classe a Mantova. Mio babbo mi aveva accompagnato in macchina la mattina al ritrovo del pullman sui viali a Bologna, era la festa del papà e mi aveva detto che ci saremmo visti presto, la sera per festeggiarla. Mi ricordo che mi disse una frase molto dolce. Lui mi chiamava topino e mi disse 'topino ci vediamo questa sera a casa per festeggiare la festa del papà' e quella è stata l'ultima volta che l'ho visto".
Riandando con la memoria a quel 19 marzo di 19 anni fa, Lorenzo ha detto: "Erano le 20 passate da pochi minuti. Mia madre era venuta a prendermi al pullman e dopo poco era corsa giù dalle scale perché le avevano detto che avevano ucciso qualcuno. Però in quel momento io non potevo sapere che fosse mio padre. L'ho capito quando mio fratello ha portato la bici dentro al cortiletto di casa. Io stavo guardando dalla finestra di camera mia e ho capito che la persona uccisa era mio padre". Per il figlio del giuslavorista ucciso dalle nuove Br "è importante ricordare perché la memoria è utile e necessaria affinché tragedie come quelle di mio padre non succedano mai più".