Niente inaugurazione per la stele in memoria dei parà tedeschi della seconda guerra mondiale, a Cassino (Frosinone). La cerimonia era stata messa in programma per domenica 18 marzo, ma subito la notizia aveva provocato un vespaio di polemiche. All'ultimo momento la sospensione, decisa dopo l'appello del sindaco Carlo Maria D'Alessandro, che ha detto: "Qualsiasi iniziativa che possa turbare la memoria e la sensibilità della nostra città va sospesa".
Al Centro studi Battaglia di Cassino commentano così la decisione: "Tutto viene spiegato nel comunicato stampa, volutamente ignorato. A Cassino hanno combattuto gli alleati contro se stessi, non ci sono stati competitor: alleati contro alleati. Chi ha perso non ha voce, chi ha perso non può parlare". "La realizzazione della stele è un monito e un ricordo delle vite stroncate dall'assurdità e dalla violenza della guerra e per tutti i militari e tutti i civili morti nella battaglia", si legge nella nota diffusa dall'Associazione paracadutisti tedeschi, che ha promosso l'iniziativa.
La città era stata completamente distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, tanto che era stata rasa al suolo anche la famosa abbazia. La stele, hanno detto gli organizzatori, vuole "rappresentare il desiderio e la necessità di riconciliazione con la nostra popolazione, soprattutto per condividere la sofferenza per le perdite umane sia di parte alleata sia di parte tedesca, e per scongiurare il ripetersi delle turpi stragi di allora".
Ma l'annuncio del monumento è stato accolto con pesanti critiche dall'Associazione nazionale partigiana, che ha definito l'iniziativa "uno sfregio alla guerra di liberazione senza alcuna valenza politica", e dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che parla di "un gesto grave" e condanna l'evento.
Gli organizzatori avrebbero voluto porre la stele nella grotta in cui si installò il comando dei parà tedeschi durante i durissimi combattimenti che devastarono l'area.