E' partito ufficialmente da Milano, dopo la data zero di Rimini, il tour nei club di Francesca Michielin. Un Fabrique strapieno ha cantanto dall'inzio alla fine per un set che ha visto l'esecuzione quasi per intero dell'ultimo album, "2640", e i successi precedenti riarrangiati. "Un concerto per me è deve essere un viaggio - spiega lei al termine dello show -, non la semplice esecuzione di canzoni come le sentiresti su disco".
Una scenografia pulita, asciutta, dove l'elemento cardine sono i tre triangoli luminosi, a loro volta divisi in tanti triangoli più piccoli, che riprendono il logo dell'album e fanno da sfondo. Le diverse composizioni luminose che possono assumere sono comandate direttamente dalla Michielin che così ha in mano non solo la parte musicale dello show (durante il quale suona il basso, il pianoforte, il timpano e il TC Helicon), ma anche quello scenografico, potendo variare il mood all'occorrenza. Una scaletta di 21 pezzi, con un fuoriprogramma acustico: quando ormai buona parte della gente ha già lasciato il locale, Francesca e la sua band scendono in platea e, nell'area del mixer, cantano per i pochi rimasti "La serie B" e "Nessun gradi di separazione". "Non è una cosa che potrà ripetersi tutte le sere - spiega lei -, ma oggi avevo voglia di farla e l'ho fatta".
Benché ancora giovanissima, la Michielin dà l'idea di essere in un pieno processo di maturazione, dove passo dopo passo sta trovando la sua strada e formando la propria personalità. "Non sono più qui per accontentare qualcuno ma per tirare fuori il meglio di me" dice con una punta di orgoglio. Lo show è ovviamente incentrato sull'ultimo lavoro (con spazio per alcune cover, come "Monster" di Kanye West), e questo ha fatto sì che anche le canzoni degli album precedenti venissero riviste per dare una logica coerente. "Mi piaceva che tutto il tour avesse un filone sonoro - spiega -. Ho scomposto i pezzi come fossero fatti di elementi del Lego, e li ho riaggregati. Perché credo che in un concerto uno non voglia sentire le canzoni come se fosse in streaming o ascoltando un disco, ma fare un viaggio".
Il tour proseguirà per altre 14 tappe, cinque delle quali sono già sold out. La soddisfazione per Francesca è palpabile. "E' incredbile trovarmi qui dopo un anno e mezzo e vedere il doppio della gente - dice -. C'era un pubblico eterogeneo, di ogni età. A 23 anni entrare al Fabrique con tutta questa gente presa bene è il regalo più bello che potessi ricevere".
Nel corso dello spettacolo c'è spazio anche per alcuni momenti di dialogo con il pubblico. In uno di questi Francesca tesse l'elogio della tenerezza. "Far passare questo concetto è tosto, in tempi di web tutti sono spinti a essere dei figaccioni - sottolinea, ma bisogna avere il coraggio di essere teneri. I social forse ora si stanno un po' ridimensionando, ma d'altronde tutte le cose nuove all'inizio suscitano entusiasmo, poi si trova un equilibrio. Tutti abbiamo bisogno di contatto e di cose vere. Come anche nella musica: io non rinuncerò mai a comprare dei dischi fisici".
Per finire una sottolineatura riguardo il video del nuovo singolo. "Bolivia", che sarà diffuso nei prossimi giorni. "E' una canzone per me importante perché parla della cattiva comunicazione - conclude -. E' un Paese di cui non si parla mai ma che sfruttiamo in maniera pesante, e la gente non lo sa".