Dove ho messo la testa?

Declino Cognitivo Lieve, prevenire è meglio che curare

Se trascurato può precedere lo sviluppo di malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. Come contrastarlo? Lo dice lo studio LipiDiDiet

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Il Declino Cognitivo Lieve colpisce dai 60 anni in poi con un’incidenza che può raggiungere il 25%. Se non si affronta tempestivamente può precedere lo sviluppo di malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. Grazie allo studio LipiDiDiet, finanziato dall’Unione Europea, sono emerse nuove opportunità di trattamento per contrastarne la progressione.

I campanelli d'allarme E' normale che, con il passare degli anni, le cellule del cervello invecchino. Non è normale che si perdano le funzioni cognitive come, ad esempio, la memoria, il linguaggio, l'attenzione e la capacità di elaborazione dei concetti. Si parla di declino cognitivo quando una o più di queste funzioni si deteriorano, anche senza compromettere in modo consistente le normali attività della vita quotidiana. Colpisce generalmente dai 60 anni in poi con un’incidenza che può raggiungere il 25,2% nella fascia di età 80-84.
Come riconoscerlo? Una diagnosi precoce è fondamentale per contrastare il decorso della condizione di rischio. Per cui attenzione ai campanelli d'allarme, in particolare, alla memoria: se ci si dimentica, ad esempio, di eventi recenti e si ricordano, al contrario, quelli avvenuti in tempi passati. A chiarirlo è Stefano Cappa, Presidente della SINdem, Associazione autonoma aderente alla SIN (Società Italiana di Neurologia) per le demenze: "Ci sono dei segnali che non devono preoccupare, ma destare attenzione. La perdita di memoria è uno di questi e va distinto dalle normali dimenticanze dettate da stress o stanchezza. Sicuramente la ripetitività degli episodi e la progressione del disturbo, che vanno a incidere sulla gestione delle attività quotidiane, sono il sintomo più rilevante. A quel punto è importante fare una diagnosi".

Un trattamento che preserva il tessuto cerebrale Oggi, lo studio LipiDiDiet, condotto da un consorzio indipendente e pubblicato su The Lancet Neurology, la rivista di neurologia più prestigiosa al mondo, mostra come il Souvenaid, il trattamento nutrizionale specifico, se iniziato immediatamente dopo la conferma diagnostica e proseguito per almeno due anni, possa concretamente contribuire a preservare il tessuto cerebrale. Lo studio, infatti, ha coinvolto 311 pazienti in 11 centri di quattro nazioni (Finlandia, Germania, Olanda e Svezia), e fin da subito ne ha mostrato l'efficacia. Il Souvenaid è una miscela brevettata di nutrienti attivi tra cui acidi grassi, omega-3, colina, uridina monofostato, fosfolipidi, antiossidanti e vitamine del gruppo B e, combinata ad un intervento tempestivo può essere la chiave per il successo terapeutico.

Nutricia promuove la prevenzione Anche Roberto Pisati, Direttore Medico di Nutricia Italia, azienda attiva da oltre trent'anni nel settore della nutrizione medica, commenta in positivo i risultati di questo studio: “Siamo particolarmente orgogliosi dei risultati dello studio LipiDiDiet, condotto da un consorzio indipendente, che confermano l’efficacia e il valore di Souvenaid, prodotto sviluppato in oltre 15 anni di rigorosa ricerca pre-clinica e clinica. Alla base del lavoro quotidiano di Nutricia ci sono innovazione e studi clinici di alta qualità, svolti con l'obiettivo di mettere a disposizione di pazienti soluzioni nutrizionali di provata efficacia.". Nutricia, infatti, si è fatta promotrice di una campagna di sensibilizzazione sull’importanza di riconoscere precocemente il Declino Cognitivo Lieve.