Trapianto di rene cross over, a Padova per la prima volta al mondo da donatore deceduto
Il marito ha ricevuto l'organo del morto, mentre la moglie, incompatibile, ha donato il proprio rene a un altro paziente
In lista d'attesa per un trapianto di rene, non poteva avere quello della moglie (incompatibile), e rischiava di morire. Così a Padova, per la prima volta al mondo, è stata avviata una "catena di trapianto" tra coppie donatore-ricevente incompatibili innescata da un donatore deceduto. Il paziente in lista ha ricevuto l'organo da un donatore deceduto, mentre il rene della moglie vivente sarà prelevato e destinato a un altro paziente compatibile.
Ad annunciare l'esecuzione del trapianto di rene cross over è stato il Centro Nazionale Trapianti, specificando che il progetto, presentato la scorsa settimana durante gli Stati generali della Rete Trapiantologica italiana, è stato realizzato mercoledì dall'equipe del centro trapianti di rene dell'A.O. Universitaria di Padova, diretta da Paolo Rigotti, in collaborazione con il laboratorio del centro interregionale di immunogenetica NIT di Milano e il laboratorio regionale di immunogenetica dell'Ospedale di Camposampiero, nel Padovano.
Il programma di trapianto di rene da vivente in modalità "cross over" è da sempre utilizzato per consentire la trapiantabilità di pazienti che hanno un donatore vivente per loro incompatibile. In concreto viene data la possibilità a una coppia donatore-ricevente tra loro incompatibili di ricevere e donare un rene incrociando le loro compatibilità immunologiche con quelle di altre coppie donatori-riceventi nella stessa condizione.
La sequenza degli incroci viene detta "catena di trapianto cross over" ed è un programma di donazione e trapianto di rene da donatore vivente. "La novità del programma realizzato a Padova - sottolinea invece Rigotti - sta nel fatto che per la prima volta questo programma è stato avviato utilizzando un donatore di rene deceduto. Considerando che il numero dei donatori deceduti allocati presso un centro trapianti è nettamente superiore alla disponibilità dei donatori da vivente, questo consentirà di aumentare il pool di potenziali donatori compatibili da utilizzare per l'avvio di un numero maggiore di catene che coinvolgano coppie incompatibili e pazienti difficilmente trapiantabili".
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